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Franco Rossi va in pensione, i tanti “grazie” dello storico medico di Amandola

AMANDOLA - «Non potendo rivolgermi ad ognuno di voi, affido a questo scritto, prendendo in prestito da Pablo Neruda, “una sola parola, logora, ma che brilla come una vecchia moneta”»
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Franco Rossi

 

«Oggi, dopo 40 anni, concluderò il mio lavoro come medico di medicina generale. Non potendo rivolgermi ad ognuno di voi, affido a questo scritto, prendendo in prestito da Pablo Neruda, “una sola parola, logora, ma che brilla come una vecchia moneta” per rivolgere il ‘Grazie’ più vero a tutti coloro che, pazienti e non, mi hanno affidato e confidato il loro stato di salute fisico, psichico, relazionale e per i quali, spero, di essere riuscito a dare quelle risposte che ne hanno permesso il superamento». Sono le parole con cui il dottor Franco Rossi, storico medico di Amandola, si congeda, pronto ad appendere il camice bianco al chiodo.

«Un ‘Grazie’ anche a tutti quelli che, con le loro critiche, mi hanno insegnato e spronato a proseguire nel mio lavoro, confrontandomi con la mia coscienza, perché non c’è niente di più confortevole che mettersi a letto con il cuore in pace e con la coscienza pulita. Grazie a tutti i miei colleghi della Medicina di Gruppo di Amandola con i quali ho condiviso scelte, realizzato nuovi modi di vivere e di svolgere la professione più bella del mondo e, soprattutto, per aver creduto che la forza della medicina non si trova nella dispensazione dei farmaci, ma nel rispetto reciproco di stima, professionalità e partecipazione a quelle scelte che non si possono realizzare senza l’impegno e la collaborazione di tutti coloro che sono interessati al cambiamento. ‘Grazie’ a tutto il personale infermieristico, amministrativo e logistico che in tutti questi anni mi hanno aiutato a dare risposte precise e puntuali a tutti i miei pazienti. ‘Grazie, Grazie, Grazie, Grazie’ ad ogni componente della mia famiglia per aver condiviso i miei momenti di stanchezza e per avere supportato e sopportato desideri e paure che racchiudo dentro di me».

 


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