di Luca Capponi
“Quanto tempo era?”, si chiede con un misto di orgoglio e commozione il ragazzo col megafono, riferendosi alla curva così piena di gente che tocca stringersi per fare posto a tutti, alla partita così importante. Al clima, bello, che si respira al “Del Duca” per questo Ascoli-Ternana. Applausi.
Già, quanto tempo era. Una serata di quelle che i ragazzi si meritavano, e che davvero attendevano dopo anni di salvezze raggiunte per il rotto della cuffia.
Oggi, invece, qui si festeggia l’accesso ai playoff, per ora da settimi in classifica. Per la prima volta dai tempi di mister Giampaolo, anno di grazia 2005. C’è solo, si fa per dire, stabilire da quale posizione si disputeranno gli spareggi. Più in alto, meglio è.
Quindi, bando alle ciance, conta vincere, sperando che qualche rivale perda terreno in questa ultima di campionato. D’altronde, come scritto sullo striscione che accompagna la coreografia dei tifosi bianconeri, “Si combatte per la squadra“.
E allora la rivalità accesa coi ternani, giunti in più di 300, sembra quasi una formalità fatta di schermaglie continue. Che non risparmiano nemmeno l’allenatore dei rossoverdi, Cristiano Lucarelli, ex bandiera del Livorno, altro “nemico” acerrimo.
Ma qui, comunque, conta vincere.
L’Ascoli lo sa e passa subito con Tsadjout. Poi continua a furoreggiare. L’undici di Sottil dà tutto, spinto come mai dal pubblico. E l’attaccante col numero 74, sempre lui, ci mette qualche altro minuto e raddoppia. Al ventesimo è 2-0. Meglio di così, difficile pretendere.
Chissà cosa ne pensano gli amici del Woodbridge Town, la squadra inglese che milita nelle categorie inferiori divenuta fan dei nostri, giunta tra le cento torri per assistere al match con una rappresentanza mista, per suggellare un legame nato grazie alla scoperta del settembre 2019. Stessi colori di maglia, stesse strisce ma soprattutto stesso soprannome: Picchio per l’Ascoli, “Peckers” per i britannici. Caso unico. Nessuno se ne era mai accorto. La scintilla non poteva non scoccare. Tanto che una volta i Peckers, nati ben 135 anni fa, sono arrivati a scendere in campo coi calzettoni rossi in omaggio al presidentissimo Costantino Rozzi.
Si va negli spogliatoi così. Due gol e due traverse. Il record stagionale di spettatori, oggi allo stadio sono in 7.651 (col Parma lo scorso dicembre erano 6.837), non poteva avere corollario migliore.
Si ricomincia con un altro gol lampo, stavolta però è della Ternana con Partipilo. Nel frattempo dagli altri campi c’è la buona notizia del Benevento che perde in casa con la Spal. L’Ascoli è virtualmente sesto. Al quarto d’ora Tsadjout, ancora e sempre lui, decide poi di fare tripletta. I settemila del “Del Duca” vedono la discesa davanti a loro. E cantano forte.
Sempre il giovane attaccante classe 1999, due minuti dopo, propizia l’autogol del 4-1. Si vola. Alla sua uscita dal campo, intorno alla mezzora, c’è la standing ovation dei supporters ascolani.
Finisce così. Nl tripudio. Con la squadra a festeggiare sotto la curva al ritmo di “Picchio is on fire”.
Era il 22 agosto 2021, Ascoli-Cosenza 1-0. Il gol di Bidaoui dava inizio a un campionato finora fantastico. Ora si apre un’altra avventura. Dal sapore buono. Appuntamento al 13 maggio per i playoff. Con un sogno sempre vivo nel cuore.
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