di Giuseppe Di Marco
Si accende la polemica sul bilancio in Consiglio Comunale. Dopo l’esposizione del rendiconto di bilancio 2021, il capogruppo dei Verdi Paolo Canducci contesta le scelte fatte dall’amministrazione di San Benedetto negli ultimi anni, anche se decise per ripianare il disavanzo tecnico di 9 milioni.
«Di cosa dobbiamo essere contenti? – tuona l’ex candidato sindaco – L’estinzione del disavanzo è avvenuto grazie all’utilizzo di fondi ben specifici, e peraltro vincolati. Vediamoli: nel 2019, il Comune ha ottenuto 1,3 milioni dalle dismissioni di beni pubblici. E andiamo al capitolo “oneri di urbanizzazione”: nel 2020 sono arrivati 400.000 euro e 1.075.000 da questa voce.
Diciamoci la verità, è grazie a queste risorse che è stato possibile il ripianamento del disavanzo.
Il problema è che dal gennaio 2018 gli oneri e le sanzioni hanno una destinazione vincolata: la realizzazione di opere di urbanizzazione, il risanamento dei complessi edilizi, interventi di riuso, acquisizione di aree verdi, tutela dell’ambiente e del paesaggio e riduzione rischio idrogeologico e sismico».
Il disavanzo di 9 milioni, infatti, è stato quasi del tutto eliminato nell’arco di 3 anni. In caso contrario, il Comune avrebbe dovuto versare 433.000 euro l’anno per 15 anni, così come previsto dalla legge.
«Quindi non siamo in presenza di fondi liberi – conclude Canducci – Nel rendiconto del 2020 e 2021, questi milioni sono stati inseriti dall’avanzo destinato agli investimenti: non si può fare. La politica non doveva permettere questa scelta, che palesemente viola la normativa del 2016. Soldi che sono stati sottratti alla collettività. E poi, decidiamo di non pagare 43.000 euro l’anno per il disavanzo e poi facciamo i mutui per l’asfalto? Ma la cosa non finisce qui e oggi chiederò agli uffici un elenco analitico delle risorse utilizzate per risanare il disavanzo, per capire se si poteva agire diversamente».
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