di Federico Ameli
Con la bella stagione ormai alle porte il Piceno e le Marche si preparano ad accogliere i migliaia di turisti pronti a fare tappa nel nostro territorio per godersi e conoscere più da vicino le bellezze del patrimonio storico-artistico e naturale marchigiano.
Tra i tanti villeggianti che nelle prossime settimane visiteranno il Piceno spiccano indubbiamente i cosiddetti “turisti di ritorno”, ossia gli italiani residenti all’estero e i circa 70 milioni di connazionali di seconda, terza e quarta generazione che d’estate fanno ritorno nel nostro Paese.
È proprio a loro che Rete Destinazione Sud, in collaborazione con la Regione Marche, la Camera di Commercio delle Marche, i comuni e le associazioni del territorio, ha pensato promuovendo il progetto “2023 Anno del Turismo di Ritorno”, un’iniziativa promossa allo scopo di valorizzare i prodotti “made in Marche’” dando vita a una sorta di Expo internazionale dell’italianità, con un ruolo di spicco affidato agli ambasciatori dell’italianità all’estero pronti a fare ritorno nelle Marche in vista dell’estate.
A fare gli onori di casa nella conferenza stampa andata in scena nella sede ascolana della Camera di Commercio delle Marche non poteva non essere il presidente regionale Gino Sabatini.
«Recentemente un’importante rivista tedesca, il Der Spiegel, ha menzionato le Marche inserendo il nostro territorio tra le quattro aree italiane da visitare. Si tratta di un illustre riconoscimento da parte di un giornale che, peraltro, non sempre è particolarmente prodigo di elogi per noi italiani.
Abbiamo voluto coinvolgere sindaci e associazioni di categoria in un progetto in cui crediamo molto, in quanto i marchigiani all’estero possono rappresentare un valore aggiunto in termini di promozione ed export, specie in questa provincia.
Sono in programma a breve degli incontri a Roma – prosegue – con l’obiettivo di convincere il ministro dell’Economia Massimo Garavaglia a dichiarare il 2023 anno del turismo di ritorno. Il made in Italy è un grande motivo di vanto per noi: sono convinto che questo progetto, che coinvolge a 360 gradi tutti i settori economici e produttivi, possa portare benefici concreti al Piceno e alla nostra regione».
A proposito di Regione, anche il presidente Francesco Acquaroli, sulla via di San Benedetto per prendere parte al consiglio comunale aperto in materia di sanità, ha manifestato grande entusiasmo nei confronti di un’iniziativa che punta a valorizzare il territorio a partire da chi, nonostante gli anni e i chilometri di distanza, si sente ancora parte integrante della nostra comunità.
«Con centinaia di migliaia di cittadini trasferitisi all’estero nel secolo scorso e desiderosi di riscoprire le proprie origini abbiamo una grande opportunità – sostiene il presidente regionale -. Possiamo contare su un forte attaccamento nei confronti della nostra terra, delle nostre tradizioni e dei nostri valori, che si trasmettono di generazione in generazione.
L’opportunità ovviamente non è solo economica, ma al tempo stesso dimostra che la nostra è una terra che non si dimentica, ma resta nel cuore».
Dello stesso avviso anche l’altro rappresentante della giunta regionale presente in Camera di Commercio, l’assessore al Bilancio Guido Castelli. «La Regione è presente per testimoniare un’adesione non solo formale a questo progetto. Siamo di fronte a un flusso economico che ci coinvolge anche emotivamente dato che, in fondo, parliamo della nostra patria: è questo il filo conduttore che ci lega ai marchigiani sparsi per il mondo, che possono rappresentare degli ambasciatori di eccellenze».
A fare il punto sulle fasi operative del progetto è stato Michelangelo Lurgi, presidente di Rete Destinazione Sud. «L’obiettivo è rilanciare l’immagine dell’Italia promuovendo il Paese dal punto di vista turistico e degli investimenti – spiega – e creando un export dell’italianità diffuso su tutto il territorio nazionale attraverso il profondo legame con i nostri connazionali all’estero, veicolo prezioso di promozione dei nostri prodotti in quanto primi a utilizzarli, esportarli e valorizzarli.
Avremo il supporto della conferenza Stato-Regioni, tassello necessario per arrivare alla formalizzazione del 2023 come anno del turismo di ritorno da parte del ministro Garavaglia dando così seguito alle richieste delle 1000 istituzioni e delle 5000 aziende che hanno già aderito al progetto».
Il punto di partenza sarà rappresentato dalla creazione di una piattaforma di promozione del sistema Paese, collegata poi a delle manifestazioni di diverso tenore – gastronomico, culturale, musicale, ma anche tour, dibattiti, esposizioni e workshop – che avranno luogo a partire da marzo 2023 fino ad arrivare al gennaio 2024. Non si potrà inoltre prescindere da un’indispensabile fase di formazione che spazierà dall’accoglienza dei visitatori alle metodologie di approccio ai mercati esteri.
Sono già 612 in tutta Italia i comuni che hanno confermato la propria disponibilità a ospitare gli eventi in questione, mentre sono 17 i comuni che hanno aderito al progetto aggiungendosi a un elenco in continuo aggiornamento che al momento comprende Acquasanta Terme, Acquaviva Picena, Amandola, Borgo Pace, Cantiano, Carassai, Comunanza, Gradara, Mergo, Pergola, San Ginesio e San Lorenzo in Campo.
Massimiliano Polacco, segretario regionale della Confcommercio e delegato al Turismo della Camera di Commercio delle Marche, ha evidenziato il ruolo determinante svolto anche dai piccoli comuni nel tenere insieme emigranti e residenti all’interno di un’unica comunità. D’altra parte, anche in piena pandemia nel 2020 il “turismo delle radici” ha generato un ritorno economico di 4 miliardi di euro, confermandosi una risorsa da sfruttare al meglio.
Dello stesso avviso anche il rettore di Univpm, Gian Luca Gregori, che ha sottolineato l’esigenza di riflettere su una serie di manovre integrate e complementari volte alla valorizzazione dei nostri borghi, da ripopolare intervenendo simultaneamente sul piano immobiliare, sanitario e ricettivo.
«Stiamo lavorando in due direzioni – spiega Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli – procedendo verso un discorso di rete per creare un’offerta che esprima al meglio le ricchezze del nostro territorio e, al tempo stesso, cercando di individuare i segmenti giusti da intercettare, come nel caso di quello del turismo di ritorno.
Si tratta dello stesso modus operandi adottato per la realizzazione del parco avventura di Colle San Marco, uno dei principali del centro Italia per estensione, capace di attrarre un gran numero di visitatori nel Piceno, ma anche della Fortezza Pia, che vogliamo dotare di un osservatorio stellare in grado di richiamare gli appassionati e metterli nelle condizioni di apprezzare il Piceno e la nostra alta qualità della vita».
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