di Luca Capponi
«Siamo orgogliosi di tifosi e città. Pensiamo in grande, voi siete la storia. Abbiamo un solo obiettivo: vincere».
A scaldare ulteriormente l’atmosfera ci pensa lui, mister Sottil, con un messaggio da pelle d’oca di cui abbiamo riportato una sintesi, che lo speaker del “Del Duca” diffonde poco prima dell’inizio del match.
Ascoli-Benevento, chi passa si gioca la semifinale col Pisa. Obiettivo, qualcosa che dà i brividi solo a pensarla: Serie A.
«Lode a te, Andrea Sottil, lode a te» risponde la curva che ormai ha nel cuore l’allenatore piemontese arrivato nel 2020 con i bianconeri in zona retrocessione e che oggi, a due anni di distanza, ha portato il Picchio a giocarsi la promozione nel paradiso del calcio.
Oggi qui, manco a dirlo, c’è il record stagionale di spettatori: colpo d’occhio di notevole impatto grazie ai 10.797 tagliandi staccati, di cui 509 in Campania (ne avevano a disposizione 900). Con l’Entella, nello spareggio playout del 2017/2018, c’erano 10.360 persone.
Lo stadio è un catino che ribolle passione, attaccamento, cuore. L’impressione è che, nonostante il Benevento dell’amato Lapadula (si fa per dire: la curva lo prende di mira da subito) sia sempre sempre un cliente scomodo, l’Ascoli e i suoi supporters, insieme, possano davvero fare di tutto. Senza avere paura mai. Granitici. Ma soprattutto che, nonostante l’undici bianconero abbia a disposizione due risultati su tre, la voglia di vincere vada oltre tutto.
Persino oltre la comprensibile tensione e l’agonismo, palpabile da ambo le parti, che il primo tempo porta con sé. Spezzato poco prima dell’intervallo dalla rete di Lapadula, proprio lui, che dopo la marcatura si porta ironicamente le mani alle orecchie. Disorientamento collettivo, proprio nel momento migliore dell’Ascoli.
I tifosi però non smettono di cantare, anzi rilanciano. Pure se la pausa tra i due tempi sembra più un patire che un rilassarsi. Eppure basta un gol, solo un gol, per sognare ancora.
L’ansia cresce col passare dei minuti. Il Benevento ne approfitta, rimanendo ficcante, l’Ascoli cerca il colpo in grado di scacciarla via. Inutile dirlo, si soffre. Ma si canta comunque. Anche se succede poco.
La paura è una brutta bestia, soprattutto quando la posta in palio è alta. Il Benevento le prova tutte pur di perdere tempo, persino a svenire di colpo, dal nulla. Gli ultimi momenti sono incandescenti. Ma neppure i sei minuti e più di recupero aiutano il Picchio. Vanno avanti le “streghe”. Ma come cantano i tifosi, mai domi, anche dopo la cocente delusione: “Fino alla fine, Ascoli Calcio”. Loro sì, hanno vinto. La squadra lo sa, e con in testa mister Sottil va a raccogliere gli applausi che la gente di Ascoli gli tributa. Dopo una stagione che è stata strepitosa, a prescindere.
Il saluto della curva, che carica, è il seguente: “Torneremo in Serie A”. Sognare, sempre.
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