E’ nata a Roma “Prima”, ovvero l’Autotrasporto Italiana Aggregato, una organizzazione di rappresentanza coordinata a cui possono aderire, oltre alle singole imprese, anche associazioni nazionali e territoriali e raggruppamenti dell’autotrasporto. Unico l’obiettivo: arrivare a proposte utili per far fronte alle problematiche del settore. Tra i protagonisti Unilavoro Pmia (piccole e medie imprese autotrasporto), presente con il vice presidente nazionale Giovandomenico Guadagno, Pmia nazionale con il presidente Martino Adesso e il segretario generale l’ascolano Roberto Galanti, il Sindacato Autonomo Trasportatori Italiani (Sati), Trasportounito Fiap, Aias Sicilia, Federazione Trasporti Cepi, Federazione Trasporti Confimea, Gruppo Autonomo Donne dell’Autotrasporto. Altre aggregazioni sono in arrivo.
Si tratta di un modo per porre al centro dell’attenzione le problematiche di un comparto e del sistema attualmente ritenuto inadatto a sostenere le imprese, soprattutto quelle micro e piccole, in balia dell’eccessiva burocrazia. Un 𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 che ha lo scopo di 𝐨𝐟𝐟𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 ulteriore 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚, 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐚 𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐨𝐜𝐚, 𝐚l 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐮𝐭𝐨𝐭𝐫𝐚𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐚𝐢 𝐭𝐚𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢.
«Non serve lo scontro – dice Roberto Galanti – ma tanta buona volontà di sentire anche altre “campane”. L’aggregazione di realtà nazionali e territoriali più o meno piccole, e non figuranti in alcuni elenchi, è un tentativo di dare una voce unitaria e affinare una strategia di azione compatta da avanzare nelle sedi istituzionali, evitando così di intraprendere azioni/battaglie isolate che molto spesso non hanno raggiunto i risultati sperati, ma hanno creato tanta confusione. Fare lavoro di squadra – aggiunge – collaborare, condividere e viaggiare tutti insieme nella stessa direzione indipendentemente dalle tradizionali sigle è la prima regola per affrontare i problemi più o meno comuni. Chi si ostina a credere che in versione singola si possano raggiungere obiettivi – conclude Galanti – non ha capito il vero senso del lavoro di squadra che non sarà accettato e condiviso da tutti».
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