di Maria Nerina Galiè
Criticata, messa al palo in più occasioni eppure indispensabile per il servizio che eroga nel Piceno e nel Fermano e meta ambita per la corsa alla presidenza: è la Ciip spa, chiamata al rinnovo del Cda e del presidente entro giugno (venerdì 27 maggio si dovrebbe stabilire la data) nel corso dell’assemblea dei soci, cioè i sindaci dei Comuni del territorio che comprende.
Tre i nomi che stanno emergendo: Luciano Agostini, ex onorevole, Alberto Paradisi ingegnere ascolano e presidente del Consiglio di amministrazione di Asite, azienda multiservizio del Comune di Fermo, e Giacinto Alati, attuale presidente al quarto mandato, e che non ha mai detto di volersi fare da parte. Nulla è dato per scontato.
Certi gli onori, con un bilancio che chiude con + 3,5 milioni di euro, come gli oneri, la crisi idrica in prima fila. Se continua questa siccità a luglio sarà un problema garantire l’acqua a tutti. Poi ci sono gli indiscutibili danni del sisma che hanno praticamente azzerato la portata delle sorgenti. La questione depuratore conteso con il Consid continua ad infiammare gli animi: la sentenza è attesa per domani, 25 maggio. E ci sono soldi da spendere in fretta. Tanti. Con progetti che, se si creano spaccature all’interno del consesso, c’è il rischio di “impantanamento” nell’avanzamento dei progetti stessi e, quindi, di perdere i finanziamenti.
I principali obiettivi: il nuovo acquedotto del Pescara (27 milioni) ed un brevetto per la digitalizzazione della rete (30 milioni) per cui è già partita la gara d’appalto. Ma gli investimenti da attuare sono continui: è proprio questo il ruolo della Cicli Integrati Impianti Primari.
L’ideale sarebbe arrivare al voto con una sola lista, espressione di tutto il territorio e di tutte le forze politiche. In modo che, attorno allo stesso tavolo, non ci siano contrasti o rivendicazioni. Tre anni fa è accaduto questo: il presidente Alati era l’unico in corsa ed i 4 consiglieri sono due di centro destra e due di centro sinistra. Due sono donne. Sì, perché due componenti del Cda devono essere donna per la parità di genere. E questo elemento potrebbe ulteriormente complicare la questione in caso di due o più liste, all’interno delle quali non è detto che il nome più votato venga poi eletto.
In ogni caso, chiunque siederà sullo scranno presidenziale, e su quello dei 4 consiglieri, dovrà lasciare fuori dalla porta ideologie partitiche ed eventuali campanilismi, tenendo ben a mente che la Ciip poggia su un principio di sussidiarietà e tutte le azioni devo essere indirizzate verso il bene ed il meglio per la collettività.
Ma veniamo ai possibili scenari che si potrebbero prospettare in sede di rinnovo. Determinante, per l’esito del voto, la scelta dei tre Comuni che hanno il maggior peso: Ascoli che detiene il 17%, Fermo l’11% e San Benedetto il 14%. Insieme raggiungono il 42%.
I Comuni chiamati a scegliere sono 49.
In tutto gli enti soci sono 59, divisi tra la provincia di Ascoli e quella di Fermo. Ma 10 dell’area montana, ricompresi nell’ex Ciip Vettore, si “autovotano” il proprio consigliere e non partecipano alla elezione del presidente. Adesso i Comuni montani sono rappresentati da Fausto Raschioni di Comunanza che probabilmente viaggia verso la conferma.
Gli altri attuali consiglieri sono Donata Capotosti di San Benedetto, Nives De Angelis di Grottammare e Arnaldo Giorgi, su indicazione del sindaco di Ascoli. Consiglieri tutti del Piceno dunque, per compensare il fatto che il presidente Alati, al quarto mandato con la conferma del 2019, e del Fermano. E, compreso Raschioni, sono due di centro destra e due di centro sinistra.
Adesso la partita potrebbe concludersi al contrario, presidente del Piceno e consiglieri del Fermano? Oppure un nome, per la carica presidenziale, che in qualche modo “accontenta” entrambi i territori. Confermando nel Cda espressioni di entrambi gli schieramenti.
Alberto Paradisi, portato avanti fino ad ora dal sindaco Antonio Spazzafumo di San Benedetto, potrebbe non dispiacere a Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli. Paradisi è ascolano, prima che residente a San Benedetto e simpatizza per Fratelli d’Italia. Figura che potrebbe apparire vantaggiosa anche per il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, il quale avrebbe un posto libero nella posizione apicale della partecipata Asite.
Luciano Agostini sarebbe appoggiato dai sindaci di sinistra che però, pur essendo il 70% tra Piceno e Fermano, tutti insieme non hanno abbastanza “peso” in sede di voto per imporsi. Dovrebbero avere dalla loro almeno uno dei tre Comuni più grandi.
Poi c’è Giacinto Alati, storico presidente con un indiscutibile bagaglio di esperienza alle spalle, espressione di continuità e pronto per il quinto mandato che nessun regolamento impedisce.
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