di Andrea Ferretti
“Non c’è due senza tre” recita un proverbio della cultura popolare italiana. Parlando della Quintana di Ascoli lo cambiamo, almeno per ora, in… “non c’è tredici senza quattordici”. Il riferimento è al numero dei Castelli che partecipano alla rievocazione storica, la seconda più antica delle Marche dopo la “Contesa del Secchio” di Sant’Elpidio a Mare, sicuramente tra le più famose e affascinanti d’Italia, e non solo.
E’ solo di pochi giorni fa l’ingresso nella grande famiglia quintanara del Castello di Monteprandone. Cronache Picene lo aveva anticipato quasi un anno fa, 5 luglio 2021. Poi per problemi di tempo la questione è slittata materializzandosi ora, maggio 2022, a meno di due mesi dalla notturna del 9 luglio e a tre mesi dall’edizione canonica del 7 agosto.
Con Monteprandone da dodici si è passati a tredici. Un numero fortunato che sembra però destinato a restare tale e… non avere più niente a che fare con la Quintana. Dopo Monteprandone, infatti, è in dirittura d’arrivo anche l’ingresso del Castello di Montegallo, tanto che il sindaco Sante Capanna sta già muovendosi per la realizzazione dei costumi. A questo sta provvedendo anche l’Amministrazione comunale di Monteprandone che ne ha commissionati cinque.
Il coreografo della Quintana Mirko Isopi, il maestro di corteo Marco Terrani e il coordinatore dei Castelli avranno il loro bel da fare, soprattutto per metterli tutti e quattordici d’accordo sul numero di figuranti da poter utilizzare. Se verranno tutti parificati, ecco che la media è di 8,5 figuranti a Castello. Tranquilli, nessuno verrà tagliato in due.
Preoccupazione inutile quella dell’aumento di figuranti. Per i sei Sestieri e il Gruppo Comunale il numero massimo quest’anno è di 120, il doppio rispetto alla Quintana di luglio 2021 che, condizionata dal covid, vide il numero ridursi drasticamente rispetto ai canonici 150 schierati fino al 2019, le ultime Quintane pre covid. Dopo l’anno di “buco” 2020, nel 2021 si è infatti ripartiti in formato smart, salvo poi aumentare i figuranti ad agosto: da 60 a 80.
Il corteo della Quintana, che in tanti definiscono stucchevole, non sarà però più lungo del solito. Rispetto al 2019 quest’anno sfileranno meno di mille persone (960 per l’esattezza) perchè 120 è anche il limite stabilito che dovranno rispettare, nella loro complessità, i 14 Castelli. Come dire: avanti c’è posto, ma con cautela.
Montegallo va tenere compagnia, in rigoroso ordine alfabetico a Acquasanta, Arquata, Castorano, Comunanza, Folignano, Montemonaco, Monteprandone, Monte San Pietrangeli, Patrignone, Porchia, Ripaberarda, Roccafluvione e Venarotta.
Si sfila in ordine di anzianità. In testa Arquata, unico presente fin dalla prima edizione del 1955, poi tutti gli altri. In ultima posizione, sistemato tra il Gruppo Comunale e il primo Sestiere, ci sarà comunque Monteprandone. Scalano infatti di un posto i due più recenti (2016) Monte San Pietrangeli e Venarotta e Montegallo precederà Monteprandone per una questione di ordine alfabetico.
I Castelli sarebbero stati ben sedici se avessero continuato a sfilare anche Monsampolo del Tronto, due sole apparizioni nel 1974 e 1975 quando la Quintana era unica, e Force che partecipò alla Quintana solo nelle doppie edizioni del 2004 e 2005.
Quintana, arriva Monteprandone e i Castelli salgono a tredici
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