di Salvatore Mastropietro
Che Filippo, detto Pippo, Inzaghi sia la scelta numero uno per la panchina dell’Ascoli è un fatto ormai acclarato. Il patron Massimo Pulcinelli lo ha annunciato a chiare lettere sul suo caro profilo Instagram, il canale di comunicazione prediletto, in un modo anche un po’ inconsueto che ha lasciato perplessi in diversi. Il numero uno della società di Corso Vittorio Emanuele si è esposto come più non poteva per l’allenatore ex Brescia e Benevento, a tal punto che pare anche difficile immaginarsi una mancata riuscita della trattativa.
Inzaghi è ritenuto il profilo più adatto per dare seguito al grande lavoro svolto nell’ultimo anno e mezzo da Andrea Sottil, che domani diventerà ufficialmente il nuovo allenatore dell’Udinese. Al momento, comunque, c’è ben poco di definito, ma ci sono diversi segnali ottimistici da considerare. Innanzitutto c’è il fatto che, almeno dai primi contatti telefonici, il tecnico piacentino abbia aperto all’ipotesi bianconera e si sia reso disponibile ad ascoltare una proposta. Poi, a fare ben sperare è la concorrenza, composta in primo luogo dal Cagliari appena retrocesso in Serie B, che non ha ancora deciso se affondare il colpo nonostante le maggiori disponibilità a livello tecnico ed economico. Se i sardi dovessero indirizzarsi prioritariamente su “Super Pippo” avrebbero più di un vantaggio, ma l’attuale titubanza potrebbe favorire il Picchio.
Nei prossimi giorni, forse già domani, dovrebbe tenersi a Roma il primo, e forse decisivo, faccia a faccia tra Filippo Inzaghi ed il management bianconero. L’Ascoli punterà in particolar modo a trasmettere all’ex bomber di Juventus e Milan, tra le altre, i valori principali del proprio progetto e le prospettive di crescita nella stagione ormai alle porte. In questo contesto l’allenatore assumerebbe un ruolo centrale e di indirizzo in sinergia con la società e con il direttore sportivo Marco Valentini.
Per convincere il coach classe 1974 occorrerà trovare la quadra per quanto riguarda due aspetti principali. Il primo, quello più importante, riguarda le garanzie tecniche da offrire: Inzaghi, così come l’Ascoli, non è intenzionato a disputare un campionato anonimo o da “salvezza tranquilla”, motivo per cui ci sarà bisogno della costruzione di una rosa capace di stazionare stabilmente nella parte alta della classifica. Valutato questo aspetto, si passerà eventualmente alla discussione dei termini contrattuali ed economici. Non è chiaro quanto il club bianconero sia disposto a mettere sul piatto, ma se si è deciso di andare fino in fondo evidentemente non spaventano le potenziali richieste di ingaggio dell’ex Benevento.
Prima dei campani, con i quali ha prima conquistato la A a suon di record e poi è retrocesso, Inzaghi è stato sulle panchine del Milan (prima giovanili poi Serie A), Venezia (portato dalla C alla B con conquista dei playoff), Bologna in A. E che dopo i campani, cioè nel campionato appena finito, ha allenato il Brescia in B. Tutte piazze dove non ha sicuramente avuto ingaggi al… minimo federale.
Nel frattempo il nome di Inzaghi ha riacceso in pochissimo tempo l’entusiasmo della piazza ascolana, che in passato non aveva di certo esternato simpatie (per usare un eufemismo) nei confronti del tecnico negli incroci delle ultime stagioni. Ma nel mondo del calcio, si sa, basta ben poco per cambiare idea, come insegnano diversi esempi (di cui l’ultimo è Federico Dionisi, prima avversario temuto e odiato, ora amatissimo capitano).
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