di Maria Nerina Galiè
Non è ancora crisi del Trasporto pubblico locale e la Regione Marche vuole evitare che lo diventi, mettendo in campo azioni mirate. C’è una sfida da raccogliere, nel post pandemia, verso il cambiamento e la sostenibilità, in un territorio come le Marche, ricco di borghi interni che è impensabile valorizzare senza adeguate comunicazioni.
Per capire verso quale direzione orientarsi, in ragione di ingenti risorse messe a disposizione, l’assessore regionale ai Trasporti Guido Castelli ha convocato, oggi 9 giugno, alla Cartiera Papale di Ascoli, amministratori e tecnici di aziende e associazioni marchigiane, «nella convinzione – per dirla con le parole dello stesso assessore – che si è davanti ad una componente essenziale della democrazia locale».
Per fare il punto, si parte da un principio che accomuna tutti: è allarme dal nord al sud delle Marche. Prima il Covid: «Il Tpl ha pagato un prezzo altissimo, con una caduta dei ricavi da bigliettazione, pari a 60 milioni di euro l’anno sui circa 180in epoca pre pandemia», ha sottolineato Castelli.
Subito dopo il caro carburanti.
Nessuno degli addetti ai lavori ha negato i ristori, che pure sono serviti nella fase emergenziale, ma tutti sono concordi nel manifestare un’esigenza di cambiamento e ammodernamento, dai mezzi, ai carburanti, alla bigliettazione elettronica.
«Speriamo di esserci lasciati alle spalle l’emergenza sanitaria. Ma quello che è accaduto e sta accadendo ci impone una riflessione. Siamo anche reduci da una serie di interventi normativi complicati e disordinati. Direttive europee prevedono, entro il 2035, che tutta la flotta dei bus sia alimentata elettricamente. E’ un cambio di paradigma su cui ragionare. La Regione Marche ha messo in campo 130 milioni di euro per il 2022 ed il 2033 per cambiare il parco bus. Entro il 31 dicembre 2023 si dovranno eliminare i mezzi più inquinati, parliamo degli Euro 1, 2 e 3.
C’è l’esigenza di portare indicazioni sull’impiego delle risorse a chi, giornalmente, deve far quadrare conti».
C’erano, ad ascoltare e portare sul piatto le principali criticità del settore, rappresentanti di Adriabus, Conerobus, Contram, Steat, Start, Atac, Apm, Assm, Tpl Osimo, Asstra Marche, Anav Marche e Confservizi Marche.
Tutti pronti alla sfida, ma carichi di aspettative da parte della Regione.
Enrico Diomedi, presidente Start (continua dopo il video): «Il settore trasporti sta attraversando un periodo particolare, caratterizzato dall’incertezza, dovuta ai mancati ricavi. Le istituzioni stanno sopperendo con i ristori.
Poi c’è anche stato il rinnovo del contratto collettivo, che si riverbererà in modo negativo sui nostri bilanci. Oggi ci è stata data un’occasione importante per far sentire il nostro grido di allarme, ma anche per capire in che modo le istituzioni intenderanno continuare a stare al nostro fianco».
Ecco come si è espresso Stefano Belardinelli (Contram): «Noi abbiamo il trasporto scolastico. Siamo inoltre nel parco dei Sibillini. Vorremmo stare al passo con i tempi, dal punto di vista della transizione ecologica. Ma, allo stesso tempo abbiamo bisogno si finanziamenti, per l’equilibrio economico delle nostre aziende, per ammodernare, per pensare all’intermodalità ad esempio con la bicicletta, ci dobbiamo preoccupare, nelle zone interne, della distanza tra casa e fermata dell’autobus.
Da parte della Regione è necessario un passo convinto, non solo volto a seguire la politica nazionale ed europea ma anche dando un’impronta alle Marche».
L’assessore regionale, a questo proposito, ha ribadito l’intento del presidente Acquaroli di rivitalizzare i borghi: «Il servizio trasporti nelle Marche è fondamentale anche per raggiungere i comuni più distanti dalla costa e meno remunerativi. Il settore, nel suo insieme, è il crocevia per la modernità, un patrimonio da salvaguardare».
«Sono tante le sfide da portare avanti – ha detto Muzio Papaveri (Conerobus) – prima però è necessario identificare gli obiettivi, poi gli strumenti per centrarli. Il cambiamento è forte, ma è rivolto ad una situazione già critica per i Covid e la guerra. Sono cambiati i dettagli, le persone lavorano in smart working, quindi meno persone sui e messi e carburante alle stelle. Tutto questo impatta pesantemente sui bilanci. Ciò nonostante dobbiamo investire per andare verso l’elettrificazione, o altri carburanti come l’idrogeno, ammodernare i sistemi informatici e satellitari. Sulla bigliettazione elettronica è partito un progetto regionale. L’intervento va visto su tutti i fronti».
Lorenzo Fiorelli, presidente Marche Anav (associazione nazionale Autotrasporto Viaggiatori): «Il sistema è sano ma la pandemia ha aggravato una situazione di efficienza ma che era già in sofferenza. Le ricorse sono per noi necessarie al fine di garantire il rinnovamento del materiale rotabile e, nel contempo offrire un servizio di alta qualità. Questo confronto di oggi è importante per capire come rivedere il sistema stesso, la rigidità non paga».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati