di Giuseppe Di Marco
Rebus Ciip a San Benedetto, si scatena la minoranza contro il sindaco Antonio Spazzafumo. A una settimana dalla presentazione delle candidature per la presidenza della società, e dopo i duri confronti andati in scena in maggioranza, è Paolo Canducci a prendere la parola: il leader di Europa Verde rimprovera il primo cittadino rivierasco di non aver saputo approntare una strategia efficace per restituire a San Benedetto un ruolo di spicco nella partita della Ciip.
«In questo tipo di votazione – afferma Canducci – non vale il principio dell’uno vale uno, bensì i sindaci hanno quote in base al numero degli abitanti e quindi naturalmente San Benedetto, Ascoli Piceno, Fermo, Grottammare, Monteprandone e Porto San Giorgio fanno la parte da leone. I sindaci di queste comunità debbono avere la capacità di giocare un ruolo e una funzione di governo all’altezza della loro carica, vista anche l’importanza del servizio erogato».
Per il consigliere di minoranza, Giacinto Alati avrebbe fatto il suo tempo. «Il presidente uscente Alati, in carica da 4 mandati, ossia da 12 anni, sta cercando “ostinatamente” la sua quinta candidatura per poter sperare di arrivare a quindici anni di presidenza, un record poco invidiabile trattandosi di un Impresa di gestione servizi pubblici a totale capitale pubblico e non di un’impresa privata. Sul piano personale, come si dice in questi casi, non vi è nulla, ma trattandosi delle elezioni del nuovo cda e del presidente come esponenti politici dobbiamo necessariamente fare valutazioni sull’operato di questa società».
Le note dolenti, secondo questo punto di vista, sarebbero parecchie. «Eravamo famosi per avere una delle migliori acque d’Italia – elenca Canducci – oggi nei rubinetti della costa arriva sempre più spesso acqua torbida, marrone. Quando fu realizzato l’impianto di captazione delle acque del Tronto a Fosso dei Galli il Consiglio comunale di San Benedetto volle tutelarsi e impose alla Ciip, ogni qual volta fosse necessario attivare l’impianto, di avvisare preventivamente il sindaco della città, che a sua volta avrebbe dovuto informare il consiglio comunale e i cittadini. Sono anni che l’impianto è in funzione per lunghi periodi dell’anno ma non risultano avvisi, segnalazione o altro».
E ancora. «Ci dicono da anni che il terremoto, che ha devastato l’Italia centrale nel 2016, abbia dimezzato la portata delle sorgenti da cui si riforniva la costa riducendo sensibilmente la quantità di acqua captata. Ma se questo è vero, cosa è stato fatto in questi 6 anni? Poco o nulla è cambiato. In questi ultimi 12 anni di presidenza Alati si è assestato ad una gestione molto accentrata sulla figura del presidente e poco concentrata sull’efficienza e l’efficacia dei servizi erogati. Là dove avremmo avuto bisogno di una gestione manageriale, magari avvalendosi di alte professionalità, giovani e fresche energie, si è preferito prendere decisioni più finalizzate a una futura rielezione».
Infine, «il Presidente e il cda uscente della Ciip – dice ancora il Verde – si vantano di chiudere in utile e oggi tentano di spostare il core business dall’acqua ai rifiuti e questa decisione io la ritengo gravissima: se una società pubblica fa utili deve abbassare le tariffe. In secondo luogo, il campo di azione della Ciip è l’acqua, punto».
La dura reprimenda si concentra poi su Spazzafumo. «Il nostro sindaco non ha mai parlato di questa vicenda, eppure dovrebbe venire in consiglio comunale non a ratificare il voto, bensì a prendere gli indirizzi. Al contrario sulla stampa la maggioranza che lo sostiene ha di volta in volta espresso i propri desiderata, inizialmente sembrava orientata su Paradisi, poi sulla Spalvieri, poi su Agostini, poi su Alati, ora su Urbinati. Insomma, per Spazzafumo e la sua maggioranza vale sempre l’adagio: idee poche e confuse».
Per Canducci, la ciliegina sulla torta sarebbe un recente post sui social nel quale il primo cittadino ha smentito tutte le ricostruzioni emerse in questi giorni, bollandole come «frutto di veline indirizzate ad arte».
«Se è comprensibile il nervosismo giustificato dal fatto che, forse, la maggioranza gli chiede un nome a lui non gradito, è altrettanto vero che i giornalisti fanno il loro mestiere e chi invece non fa il suo è proprio il sindaco Spazzafumo – conclude il consigliere – che è incapace di capire cosa gli accade intorno e soprattutto non riesce ad incidere su alcuna scelta chiave del nostro territorio. Da mesi non tocca palla. Se gli serve chi glielo ricorda noi purtroppo abbiamo memoria e amore per San Benedetto: dall’Amat, San Benedetto è fuori, dall’Autorità Portuale è fuori, dalla Fondazione Carisap è fuori. Dalla Ciip rimarremo fuori? Noi purtroppo temiamo che questo elenco non terminerà qui. Però la colpa, si sa, è sempre degli altri».
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