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A14, ultimi giorni di una Via Crucis infinita e imbarazzante: ma perché si paga ancora il pedaggio?

IN ATTESA dello stop (dal 24 giugno al 6 settembre) tra Piceno e Fermano i tempi di percorrenza dell'autostrada sono sempre siderali tra lavori in corso, incidenti, code e inevitabile traffico in tilt. Una scena che si ripete tristemente ogni giorno. Eliminare o ridurre il costo del passaggio rappresenterebbe almeno un gesto di lealtà verso pendolari, residenti e turisti. A meno che l'obiettivo non sia quello di emulare le "gesta" della Salerno-Reggio Calabria
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Auto in coda all’uscita di Grottammare

 

di Luca Capponi 

 

Inutile continuare ad aggiungere, scrivere, fotografare: la penosa situazione del tratto Marche sud della A14 ormai la conoscono in Congo, al Polo Nord e pure sull’Isola di Pasqua. Tra qualche giorno è previsto lo stop ai cantieri, dal 24 giugno al 6 settembre, ma anche in queste ore la situazione è molto difficile per gli utenti dell’autostrada che attraversa pure la costa picena.

Immagini di oggi, lunedì 20 giugno

Quindi non occorre girarci troppo intorno, perché chi di dovere dovrebbe fare una sola cosa, semplice, indolore, non risolutiva ma almeno onesta: smettere di far pagare il pedaggio a chi ogni giorno si trova a dover affrontare la via Crucis tra il Piceno ed il Fermano.

Eliminare o abbassare il costo del passaggio autostradale non ridurrebbe certo i tempi di percorrenza, che ormai da anni sono superiori a quelli che si otterrebbero muovendosi a bordo di un asino, ma almeno rappresenterebbe un gesto di lealtà verso pendolari, residenti, turisti, lavoratori. In una parola, verso i contribuenti.

Nelle Marche “sporche”, come alcuni le chiamano in maniera poco ortodossa, sono anni che il transito sull’autostrada, in ambo le direzioni, è diventato qualcosa di paragonabile ad un girone dantesco. Col freddo invernale o con la canicola estiva, poco cambia. Lavori in corso (perenni), incidenti, code, traffico in tilt e poi di nuovo lavori in corso (sempre più perenni), incidenti, code e traffico in tilt. Con un obiettivo ambizioso, che a un certo punto sembrava irraggiungibile e che invece adesso è evidentemente alla portata: emulare le gesta della “mitica” Salerno-Reggio Calabria, il simbolo della mala gestione italica, dei cantieri infiniti, della mancanza di sicurezza per gli automobilisti.

Un primato di cui non andare assolutamente fieri. Anzi. Un primato della vergogna, a cui purtroppo, con tristezza, a volte si aggiungono pure vittime e feriti. Giusto per essere pedissequamente al passo.

Il quadro, dunque, è quello che è, e lo si vede dalle immagini che pure sono di stamattina, lunedì 20 giugno, ma che potrebbero essere anche di ieri, di un mese fa, dell’anno scorso. O di domani. Ed è questo, senza dubbio, quello che preoccupa di più.

Eliminare o ridurre il pedaggio non rappresenterà la soluzione di tutti i mali? Sicuramente, ma almeno risparmierebbe a tutti un’arrabbiatura in meno. Anche più di una, a ben vedere. In attesa che i lavori in corso cessino di essere perenni e vedano finalmente la luce prima che le macchine inizino a volare come in “Ritorno al futuro”. Perché, giunti a quel punto, probabilmente sarà inutile.

 

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