di Luca Capponi
Il confronto sulla Ciip e la conseguente approvazione del bilancio 2021, le scintille in materia di comunicazione tra il sindaco Fioravanti e Tamburri dei 5 Stelle e la cittadinanza onoraria al generale Fischione. Questi i momenti salienti del (torrenziale) Consiglio comunale andato in archivio nel tardi pomeriggio di ieri, martedì 28 giugno. Aperto dal minuto di silenzio in memoria di Luigi Brugni, storico commerciante deceduto qualche giorno fa, papà dell’assessore Massimiliano. L’aula ha tributato un giusto applauso a una persona molto amata e stimata. Omaggio doveroso.
Così come la decisione, all’unanimità, che ha conferito la cittadinanza onoraria ad Adolfo Fischione, nato a Torricella Sicura (Te), ma dal 1984 residente in città, dove ha sposato Paola Merli.
«Dimostriamo la gratitudine di tutta la città per l’attaccamento da sempre mostrato, e per la costante lotta alla criminalità, per il senso di onestà e dovere, di legalità e giustizia che da sempre contraddistinguono Fischione», le parole del sindaco Fioravanti.
«Sono felice, ad Ascoli ho iniziato tanti anni fa apprezzando sin dal principio lo spirito degli ascolani fatto di dignità, impegno, appartenza e attenzione, qualità che ho ritrovato in mia moglie Paola -spiega il generale-. La mia professione mi ha portato poi a girare l’Italia, ma la mia base è rimasta sempre qui: ringrazio tutti, per me è un onore diventare a tutti gli effetti cittadino ascolano».
Prima delle varie discussioni, Fioravanti ha fatto il punto sui lavori di Corso Trento e Trieste, chiedendo collaborazione per superare i disagi portati dal cantiere su una delle arterie principali della città, cantiere che sarà attivo per più di un anno. Poi i complimenti per Piero Celani, divenuto presidente dell’Amat, e l’annuncio dell’arrivo del ministro del turismo Massimo Garavaglia, che sarà tra le cento torri il 4 luglio.
Poi l’interrogazione dell’opposizione sui costi dello “staff di comunicazione del sindaco”, che ha visto un acceso scambio di vedute tra Fioravanti e Tamburri.
«Il primo cittadino dà solo visibilità a sè stesso, coi cittadini che subiscono la sua narrazione spesso imperniata su annunci, vedi Ferrovia dei due mari e parco di Relluce, dove il Comune ha ben poco a che vedere -attacca l’esponente pentastellato-. Vogliamo conoscere i costi del suo staff, le mansioni e le figure che lo compongono». Poi l’accenno a «conteggi di cittadini “oppositori” sui social, di cui il sindaco ha parlato durante una riunione sui rifiuti, su cui chiediamo altri chiarimenti: chi aiuta il sindaco in queste operazioni?».
«Suggerisco a Tamburri di informarsi prima di presentare certe interrogazioni, di cui resto stupito -risponde Fioravanti-. Noi ci muoviamo nel rispetto della legge, il Comune non ha mai sostenuto costi aggiuntivi sulla comunicazione, le iniziative che ho preso personalmente, come la vela informativa sui parcheggi, le ho pagate di tasca mia e non con soldi pubblici. Sulla comunicazione abbiamo fatto un lavoro lodevole, soprattutto nella fase difficile del lockdown da Covid. Sui conteggi di cui parla Tamburri davvero resto esterrefatto, non capisco di cosa parli ma so che so contare da solo e non mi serve nessun aiuto».
La parte più corposa riguarda però l’approvazione del bilancio della Ciip, passato con 21 voti favorevoli e 3 contrari (1 astenuto). A illustrare il documento una delegazione dell’azienda capitanata dal direttore Gianni Celani, vista l’assenza per motivi personali del presidente Giacinto Alati, prossimo alla riconferma per il suo quinto mandato.
Il consuntivo ha visto un utile di 6.639.000 euro, tariffe inalterate e 13 milioni spesi dal 2016 ad oggi per fronteggiare la grave crisi idrica causata dal sisma e dalla siccità, cosa che ha portato l’utilizzo degli impianti di soccorso a discapito dell’acqua sorgiva, che ha prodotto una diminuzione, secondo molti, della qualità dell’acqua.
Critico Ameli (Pd), il cui voto è stato contrario: «Mi sarei aspettato la presenza della parte politica, questa mancanza di confronto mi preoccupa. Trovo che sulla Ciip sia mancato coraggio: c’era l’opportunità di cambiare in una logica di alternanza affidando la presidenza a una figura del nostro territorio, invece nulla. Stesso discorso per la gestione della crisi, in questi sei anni si è fatto poco, siamo ancora in fase di studio e ricerca di nuove sorgenti, possibile che l’unica cosa fattibile è quella di realizzare pozzi? Il nuovo acquedotto dei Sibillini rischia di diventare una cattedrale nel deserto. Il sindaco dia spiegazioni a chi vede sgorgare dai rubinetti acqua colorata. Sono poi preoccupato dalla situazione dei dipendenti, patrimonio che dobbiamo tutelare e su cui invito Fioravanti a convergere».
«Alati ci teneva molto, non sarebbe mai mancato al Consiglio del comune più popoloso del consorzio ma ha avuto impedimenti forti -risponde Celani-. Credo che il clima di critica costante alla Ciip sia spesso poco aderente alla realtà. Ricordo a tutti che i dipendenti non dormono da 5 anni, sottoponendosi a sforzi enormi, spesso non riescono neanche a spegnere i cellulari nelle ore notturne per intervenire quando ci sono guasti o problemi. Nonostante la situazione precaria, l’acqua non è mai mancata. A chi parla di qualità dico di informarsi bene e di leggere le etichette delle acque acquistate al supermercato: la nostra è di prima qualità».
Tanta la carne al fuoco sulla situazione Ciip, su cui sono intervenuti anche i consiglieri Agostini (Lega), Girardi (Insieme a Fioravanti), Pantaloni (Fratelli d’Italia), Celani (Forza Italia), Viscione (Prospettiva Ascoli), Lattanzi (Pensiero Popolare Piceno).
Dal punto di vista politico si è ricordato come a fronte della riconferma di Alati, c’è la nuova nomina del sindaco Fioravanti a presidente Ato, altro organo fondamentale in materia di servizi idrici.
«Ringrazio la Ciip per quanto fatto in questi anni e per la lungimiranza mostrata nell’accantonare gli utili, cosa che ha consentito di affrontare le difficoltà senza aumentare le tariffe -conferma Fioravanti-. Credo che sia necesario affrontare la questione con una strategia condivisa e complessiva, senza pensare a spartizioni di tipo politico o territoriale, ma attuando una visione di insieme. Il dialogo ed il confronto avuto in questi mesi ha alzato il livello della discussione e ne sono particolarmente felice. La presidenza Ato non è una mia vittoria personale, non servono strumentalizzazioni, più di questo non potevamo fare. Ora è il momento di costruire insieme, tenendo bene accesi i fari sulla situazione dei dipendenti, primo vero patrimonio da proteggere e tutelare».
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