di Luca Capponi
Dal Castello di Monteprandone, applaudito all’esordio quasi a spegnere ogni stupida polemica a sfondo pseudo calcistico, fino alla Piazzarola “costretta” a compiere quattro tornate anziché le tre di rito. E poi il “testa o croce” per decidere l’ordine di assalto e i 10 centesimi fatidici che hanno stabilito la sottile differenza tra gioia e delusione.
Anche a poco meno di 24 ore di distanza, e quindi con la mente più fredda, si può ben dire che la Quintana 2022 dedicata alla Madonna della Pace, andata in scena sabato sera, è stata sicuramente una delle più interessanti degli ultimi anni.
Sarà che era la prima volta che si tornava ad assaporare il tutto senza restrizioni da Covid, ed il sold out al Campo dei Giochi lo conferma, o più semplicemente che, a volte, il fato si diverte a metterci più di uno zampino.
Prendiamo Nicholas Lionetti, il giovane cavaliere della Piazzarola, 23 anni: durante la seconda tornata gli è successo di tutto, tra cui una lancia danneggiata (al secondo assalto ha perso un peso di piombo utilizzato pr equilibrarla) e un bersaglio “ballerino” mal posizionato dagli addetti. Il ragazzo faentino non si perde d’animo e continua a correre, ma alla fine sembra chiaro a tutti che non abbia potuto esprimersi al massimo anche per errori non suoi. Tornata da ripetere, dunque. Già, ma siamo sicuri che…sia la cosa migliore? Il suo cavallo, “Con il cuore”, di cuore ne ha, ma quattro giri forse sono troppi pure per lui. Insomma, l’esito della gara sembra comunque un po’ alterato. Nonostante tutto. Alla fine la scelta si compie: Lionetti ripete la tornata, anche se con un destriero diverso, “Caimano tigre”. Totale, quattro tornate. Al termine della competizione, nonostante avrebbe potuto facilmente sproloquiare contro il mondo, il giovane mostra grande sportività e chiama in ballo solo la sfortuna. Onore a lui e al sestiere biancorosso.
Una sportività che, al termine di una giostra persa per soli 10 centesimi di secondo, vale a dire due punti (2.050 contro 2.052), è trapelata anche dalle parole di Attilio Lattanzi, caposestiere di Porta Solestà, che ha reso l’onore delle armi ai rivali storici di Porta Tufilla e al cavaliere Massimo Gubbini, autore pure del record della pista con un monumentale 49,5″ fatto registrare alla seconda tornata. Parole che assumono ancor più valore, dato che è facile immaginare come non sia stata una notte facile per i sestieranti gialloblù, men che meno per Luca Innocenzi, il recordman della Quintana che per la seconda volta consecutiva ha dovuto cedere il trono al conterraneo Gubbini (sono entrambi di Foligno), stavolta davvero per un battito di ciglia.
I due erano appaiati a pari punti al termine della seconda tornata e per stabilire chi giostrasse per ultimo ci è voluta la monetina, come accadeva una volta nel calcio quando le finali finivano in parità: l’Italia vinse così il Campionato Europeo del 1968 contro l’Unione Sovietica. Stavolta il lancio effettuato dal magnifico messere Marco Fioravanti è servito solo per stabilire l’ordine di assalto (Innocenzi quinto e Gubbini sesto), dato che alla terza tornata si procede seguendo l’ordine di classifica, dall’ultimo al primo. Era la prima volta che succedeva, ed ha portato bene al 39enne rossonero.
Restando in tema giostra, non si può non porre l’accento sulla performance di Porta Maggiore e di Mattia Zannori. Con ogni anno accade, ormai da quattro decenni, gli occhi (e la simpatia) dei quintanari sono puntati sui neroverdi, vittoriosi solo due volte, l’ultima delle quali datata 1982. Eppure niente, ogni volta qualcosa non va per il verso giusto. Sabato sera la speranza è durata una manciata di secondi, il tempo necessario al cavallo “Love me” per tirare dritto in curva, uscire dal percorso e infilare una bandiera nera che sta per tornata nulla. Tutto subito compromesso e velleità rimandate ad agosto. Scena a cui in Via delle Terme sono purtroppo più che abituati.
Infine una nota sul corteo, momento seguitissimo da migliaia di persone assiepate lungo tutto il tragitto, che ha visto i circa mille figuranti percorrere in abiti storici le vie principali del centro. Foto e parole al miele per tutti, in primis per le dame dei sei Sestieri, ed un occhio speciale per i Castelli, tra cui figurava la prima volta di Monteprandone. Un debutto accompagnato da qualche vacua polemica, con almeno un paio di striscioni apparsi alla vigilia tra Centobuchi e lo stesso capoluogo, atti a contestare la partecipazione alla Quintana, tra l’altro suffragata da anni di ricerche storiche. Risultato: applausi sinceri, a spegnere la stupidità che ogni tanto fa capolino in certe menti. Gli stessi applausi rivolti agli altri castelli, in primis per la Arquata ferita dal sisma che dal lontano 1955, nonostante mille difficoltà, non ha mai saltato un’edizione della Quintana.
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