di Giuseppe Di Marco
Ricostruzione post-sisma, dal Pnrr arrivano piccole nuove speranze. Ammontano infatti a 300 milioni di euro le risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ricostruzione e Resilienza sotto forma di bandi complementari. Soldi che sono già della Regione Marche, che ha individuato nei territori del sisma l’area di maggiore intensità di intervento. Ma di tempo per spendere questi soldi non ne rimane molto.
E’ quanto emerge dalla presentazione dei fondi Pnrr avvenuta oggi pomeriggio, 14 luglio, nella sede della Camera di Commercio di Ascoli. A spiegare le misure, di fronte ad una nutrita platea di amministratori pubblici e privati, l’assessore regionale al bilancio Guido Castelli, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti nonché la vice presidente di Sviluppo Europa Marche (Svem) Monica Mancini Cilla e la progect manager della stessa società, Chiara Ercoli.
«Questa è una giornata importante, un tassello ulteriore all’accordo tra Camera e Regione Marche nel lavoro a favore delle imprese marchigiane, lavoro condotto non isolatamente ma come filiera istituzionale accanto a partner fondamentali come la Svem: insieme possiamo imprimere più forza agli interventi e infondere maggiore sicurezza».
Sono parole di Gino Sabatini, presidente della Camera di commercio delle Marche, che aggiunge: «Azioni forti, nervi saldi e certezze è quel che serve alle nostre imprese ora. Tanti gli ambiti di interventi, e ci stanno tutti a cuore: dalla sostenibilità alla digitalizzazione, alla fondamentale partita del credito. Intendiamo ora avviare una adeguata campagna di promozione per rende conoscibili queste misure e agevolare l’accesso agli imprenditori.
La nuova parola d’ordine, accanto a filiera, è inclusione: è tempo di raccogliere i punti di vista anche di chi sa guardare l’ostacolo, la contingenza, il contributo di chi pensa e agisce fuori da percorsi precostruiti, ma per vie nuove arriva a grandi risultati che questa regione è tempo che conosca».
«Parliamoci chiaro, i tempi sono stretti – ha poi spiegato Castelli – dobbiamo spendere 300 milioni di euro entro il 31 dicembre 2022. Abbiamo deciso di confermare il rapporto strutturale con la Camera di Commercio e questi soldi saranno destinati a imprese, istituzioni, terzo settore, associazioni di volontariato e tutti gli agenti dello sviluppo. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo affibbiato alla Svem il compito di fornirci una specie di lente che possa aiutare a capire i progetti da assecondare e sostenere con questi fondi».
Ma come saranno ripartite le risorse messe a disposizione dal Pnrr? A offrire delucidazioni, in proposito, è stata la project manager di Svem, Chiara Ercoli, che ha sottolineato come i 300 milioni saranno distribuiti in quattro macro-aree: sostegno agli investimenti; turismo, cultura, sport e inclusione; valorizzazione ambientale e infine centri di ricerca per l’innovazione.
La presentazione si è incentrata, in special modo, sulla prima misura, dedicata alle imprese e a sua volta suddivisa in tre sottomisure.
La prima (80 milioni di base) è finalizzata a fornire misure di sostegno a di natura industriale e di ricerca, anche nel settore agroalimentare, turistico e di tutela ambientale, per dimensioni progettuali superiori a 20 milioni di euro. Le spese agevolabili saranno, in tal senso, riferite ad interventi di sistemazione del suolo aziendale, opere murarie, acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, programmi informatici, brevetti, licenze e spese per consulenze.
La seconda (100 milioni di base), sempre dedicata alle imprese, riguarda invece la realizzazione nuove unità produttive, ampliamento della capacità produttiva, riconversione dell’attività e ristrutturazione del ciclo produttivo.
Infine la terza si suddivide ulteriormente in tre comparti. Il primo (100 milioni di base) potrà essere utilizzato per l’avvio di start up, lo sviluppo di imprese e il reshoring. In questo caso, il 40% del fondo andrà a progetti da 40.000 a 250.000 euro, mentre il restante 60% a progetti fino a 400.000 euro. Il secondo (58 milioni) si articolerà in due fasi: nella prima (8 milioni) verranno assegnati voucher per l’individuazione di percorsi di innovazione, mentre nella seconda (50 milioni) si distribuiranno voucher per la realizzazione dei progetti precedentemente individuati. Il terzo (40 milioni) infine servirà a finanziare il rientro della attività economiche del cratere momentaneamente delocalizzate.
«Sono sindaco da 3 anni e vedo che finalmente la Regione Marche cerca di andare nei territori per avviare una co-progettazione dal basso – ha aggiunto Fioravanti – Questa è l’occasione per rilanciare la nostra economia: il grande rischio che stiamo vivendo è che abbiamo molti soldi a disposizione, ma se non sono messi in moto per iniziative comuni tra pubblico e privato ci fermiamo e creiamo debito. L’importante è creare lavoro e tutelare l’ambiente. E’ su questi temi che ci giochiamo il nostro futuro, il futuro del Piceno, dalla montagna al mare».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati