di Giuseppe Di Marco
Per il momento, l’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto non riceverà il personale aggiuntivo richiesto dalla direzione di Area Vasta 5 al fine di scongiurare il progressivo sovraffollamento del Pronto soccorso in Riviera.
Ad affermarlo è stato l’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, in risposta ad un’interrogazione della consigliera Anna Casini. L’ex vicepresidente delle Marche, nella seduta del Consiglio regionale del 26 luglio, ha infatti chiesto a Palazzo Raffaello quali iniziative intenda mettere in campo per sopperire alle gravi carenze di personale che attanagliano il reparto.
«L’Area Vasta 5 – ha spiegato l’assessore – ha chiesto all’Asur un aumento di 6 infermieri e 3 operatori sanitari per il Pronto soccorso di San Benedetto. La richiesta è stata avanzata da qualche settimana e non è ancora stata processata subito, perché com’è noto c’è un problema con il tetto di spesa per il personale, derivante dal fatto che il personale Covid, che è stato assunto per il Covid e remunerato con prestazioni finanziarie da parte dello Stato, negli ultimi mesi rientra invece nel budget di spesa generale. Ciò comporta il fatto che questo personale va a limitare le possibilità assunzionali delle aziende».
Le parole di Saltamartini hanno lasciato a dir poco perplessa la consigliera dem: «E’ passato circa un mese da quando è stata presentata la mia interrogazione rispetto alle problematiche del reparto di Pronto soccorso del “Madonna del Soccorso” – ha replicato Casini – ma le cose non sono affatto migliorate, malgrado siano state messe in campo delle azioni che sono più organizzative che di personale. E mi meraviglio che la richiesta dei 6 infermieri e dei 3 oss non sia stata evasa, perché come tutti sappiamo durante l’estate, ai problemi organizzativi si sommano anche le ferie. Ma a tutto ciò si somma anche il Covid. Chiedo al governo regionale di verificare che tutto questo sia conforme al piano pandemico da lui approvato».
Morale della favola, per ora non cambierà nulla. E vale la pena di ricordare che a novembre sarà passato un anno da quando la Medicina d’Urgenza ha perso la propria indipendenza, funestata dal fuggi fuggi di personale che si è riuscito a tamponare, dopo mesi, con il ricorso a cooperative private.
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