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Si attendeva l’acqua per ristorare le coltivazioni, e invece ancora danni dopo la siccità (Le foto)

DOPO il caldo torrido e l'afa che per settimane ha bruciato pascoli e raccolti, ora la grandine e il vento forte. E' allarme rosso per le campagne. I danni maggiori nella provincia di Ascoli ma anche nel Fermano e nel Maceratese
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Coltivazione di pomodori a Campolungo di Ascoli

Da una parte grandine e vento forte, dall’altra la siccità che continua a bruciare pascoli e raccolti. Da zona a zona l’emergenza rimane nelle campagne dove ai problemi di siccità si è accavallata nel primo pomeriggio di oggi mercoledì 27 luglio la pioggia torrenziale e la fortissima grandinata che, a macchia di leopardo, ai terreni ha portato solo danni. Altro che ristoro.
E così alla minor produzione legata all’afa e alla scarsità d’acqua – calcolata tra il 30 e il 40% in meno – si aggiungono bombe d’acqua, violente grandinate e vento forte su vigneti, oliveti e orti. «La grandine è l’evento climatico più temuto dagli agricoltori – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – perché capace in pochi minuti di distruggere le coltivazioni».
I danni maggiori nelle province di Ascoli, Fermo e Macerata. «Le polizze assicurative sono diventate indispensabili per fare agricoltura con questa situazione – aggiunge la Gardoni –  tuttavia sono ancora troppo poche le aziende coperte nelle Marche dove appena il 13,5% della superficie agricola è coperto».

Una campagna di Campolungo

Ad Amandola un chicco di grandine grande come una mela


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