Convalidato l’arresto di Filippo Ferlazzo, il 32enne accusato dell’omicidio del 39enne nigeriano Alika Ogorchukwu in corso Umberto I a Civitanova. L’udienza davanti al gip si è tenuta a Montacuto ed è finita pochi minuti fa.
«Ha chiesto scusa alla famiglia – ha detto all’uscita dal carcere di Ancona l’avvocato difensore del 32enne, Roberta Bizzarri – e ha chiarito che non c’è stato alcun movente razziale, tanto è vero che è anche la procura concorda su questo e non è stata contestata alcuna aggravante razziale. A prescindere dal colore, il gesto bruttissimo sarebbe stato comunque quello».
«Servono a poco in questa situazione, lui ha fatto qualcosa di gravissimo che non si cancella né si attenua con le scuse che ha rivolto alla famiglia». Questa la risposta della famiglia di Alika Ogorchukwu, affidata all’avvocato Francesco Mantella, alle parole pronunciate stamattina da Filippo Ferlazzo durante l’udienza di convalida che si è svolta a Montacuto.
Il 33enne in carcere con l’accusa di omicidio volontario e rapina davanti al gip Claudio Bonifazi si è scusato più volte e ha ribadito che l’aggressione fatale di cui si è reso protagonista venerdì pomeriggio in corso Umberto I a Civitanova non è scattata per motivi razziali.
«Parole che non riescono ad alleviare il dolore della famiglia – aggiunge l’avvocato Mantella – Mi pare si sia assunto responsabilità del gesto e questo credo non meriti commenti. Ora aspettiamo l’autopsia di domani e poi attendiamo gli sviluppi delle indagini, se ci sarà qualcos’altro da verificare, come la sua capacità di intendere e di volere lo faremo col massimo rigore. In generale, se Ferlazzo dice di essere affetto da disturbi psichici, c’è da chiedersi se qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa per evitare che queste problematiche poi dessero occasione o lo mettessero nelle condizioni di essere pericoloso per se e per gli altri. In ogni caso queste valutazioni non intaccano la piena consapevolezza del gesto, quello che ha fatto, come si è mosso, come si è comportato, non credo possa essere diversamente valutato attraverso una chiave di interpretazione che passa dalla sua capacità di intendere e volere. Con massimo rispetto per la difesa, credo di poter dire che il suo comportamento sia stato assolutamente voluto e costantemente consapevole».
Il legale di Charity Oriakhi, la vedova di Alika, ci tiene anche a fare un appello viste le varie raccolte fondi che stanno scattando per sostenere la famiglia. «Naturalmente – sottolinea Mantella – la famiglia apprezza questa grande manifestazione di solidarietà. Però invita tutti coloro che vogliono fare donazioni a raccordarsi con la famiglia o con me, in modo tale che non ci siano spazi per speculazioni da parte di qualcuno e che quindi questi denari siano tutti convogliati sul conto della signora e non su altri che potrebbero approfittarsene».
L’unico conto corrente ufficiale su cui fare donazioni è dunque quello intestato proprio a Charity Oriakhi, Iban: IT85N0200869201000106469918.
(G. De.F.)
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