di Maria Nerina Galiè
Pronto Soccorso di San Benedetto in sovraccarico, pazienti dirottati ad Ascoli per tutto il pomeriggio. La misura doveva terminare alle ore 16, secondo l’ordine di servizio della direzione ospedaliera, ma è stata prorogata intanto fino alle 20, per poi restare in attesa di ulteriori comunicazioni.
Non è certo una novità, in queste settimane estive il Pronto Soccorso del “Madonna del Soccorso” viaggia con circa 180 ingressi al giorno. Deve infatti rispondere del triplo della popolazione con il personale dimezzato, medici che non si trovano, un doppio percorso (Covid e pulito) e l’area Covid (8 posti all’Ot Rossa, estensibili a 19). Un vero e proprio reparto da gestire, con una media giornaliera di 6 accessi.
Gli accessi al Pronto Soccorso di Ascoli sono circa 50 al giorno ed i Covid, dal 20 luglio, sono concentrati in un’unica area, cioè la Murg del terzo piano, per un totale di 13 posti (leggi qui).
Il portale Cure primarie fotografa in tempo reale gli accessi ai Pronto Soccorso del Piceno: intorno alle 15 a San Benedetto c’erano 51 persone, di cui 37 prese in carico, le altre 14 in attesa. Delle 37, 22 erano codici arancioni, 12 azzurri e 3 verdi.
Nella stessa ora ad Ascoli c’erano 11 persone in attesa e 6 presi in carico, uno dei quali in codice rosso. Poco dopo le ore 20, c’erano 15 persone in attesa al Pronto Soccorso del “Mazzoni”, di cui 2 in codice arancio e 7 presi in carico, di cui 3 in codice arancione. Invece a quello del “Madonna del Soccorso” 14 in attesa e 13 presi in carico, di cui 10 in codice arancione.
Scendono i ricoveri da Covid (sono – 18 in regione secondo il bollettino regionale di oggi, 11 agosto, 17 dei quali nei reparti ordinari). Ma non si attenua il disagio nei Pronto Soccorso e quello di San Benedetto sta vivendo momenti difficili, anche per la mancanza della guardia medica turistica, alla quale si sarebbero potuti rivolgere diversi cittadini. Covid e non Covid.
Il dirottamento al “Mazzoni” non ha riguardato codici rossi o arancioni, cioè quelli nei confronti dei quali il fattore tempo fa la differenza. Ma i codici azzurri e verdi che, c’è anche da dirlo, rappresentano circa il 70, anche 80%, delle richieste e che, pertanto, sono definiti “accessi impropri”.
Non sono stati mandati nel capoluogo piceno i cittadini, residenti o turisti arrivati con mezzi propri, ma solo quelli portati dalle ambulanza, quindi già screenati dagli operatori sanitari. L’attesa per i casi non urgenti, rimasti quindi al Pronto Soccorso del “Madonna del Soccorso”, in qualche caso si è rivelata piuttosto lunga.
Del resto non ci sono medici, ormai è un ritornello. Al bando emanato dalla direzione di Area Vasta 5, l’11 luglio – per reclutare professionisti per la Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, specializzati, specializzandi (che sarebbero stati inseriti in un’apposita graduatoria) o in possesso di comprovata esperienza – un solo candidato è stato ritenuto ammissibile ed in corso di contrattualizzazione come lavoratore autonomi per 12 mesi.
E’ stato inoltre prorogato il contratto di collaborazione fino a dicembre prossimo al dottor Giulio Filipponi, anestesista rianimatore del “Mazzoni” ora in pensione.
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