Nel periodo in cui cade il sesto anniversario dalla tremenda notte del 24 agosto 2016, ad Arquata partono i primi lavori. Proprio oggi la ditta incaricata ha cominciato ad allestire il cantiere che si occuperà di demolire i 24 edifici del centro storico che impediscono, a causa del loro stato di pericolosità, la ricostruzione del borgo.
L’Ufficio Speciale Ricostruzione, soggetto attuatore del complicato intervento, che è stato soggetto a molti “intralci” burocratici, sta supervisionando queste operazioni che, oltre allo smontaggio, si occuperanno di cernere i materiali, di selezionare e mantenere quelli di pregio (di concerto con la Soprintendenza), e di smaltire le macerie nei siti specializzati. Si terminerà, se tutto andrà bene, entro due mesi.
Quasi una coincidenza che tutto accada proprio nel momento in cui l’Italia torna a ricordarsi di quanto accaduto sei anni fa tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. Vittime, distruzione, terrore. E comuni come Amatrice, Accumoli e, appunto, Arquata, rasi al suolo della furia della natura. E dalla negligenza dell’uomo che, seppure consapevole di vivere in terre a forte rischio sismico, non ha ancora saputo impostare luoghi sicuri per chi ci vive.
Nel frattempo, proprio ad Arquata, come ogni anno il Comune guidato dal sindaco Michele Franchi ha proclamato il lutto cittadino in memoria delle 51 persone che qui persero la vita. Alle 3,36 l’appuntamento a Pescara del Tronto per la commemorazione in cui verranno letti, uno ad uno, i nomi di chi non c’è più.
Un anniversario impossibile da dimenticare, che riporta alla mente un periodo di grande sofferenza che, purtroppo, ancora oggi non trova lenitivi. Nonostante il tempo che passa.
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