di Giuseppe Di Marco
Entro due settimane il Comune di San Benedetto saprà se la disputa sulle varianti urbanistiche proseguirà per via giudiziaria o no. Areamare, che ha proposto una modifica al piano regolatore per realizzare palazzine e villette a Porto d’Ascoli, potrebbe impugnare la sentenza del Tar in Consiglio di Stato entro il 7 settembre.
E’ in questa cornice che gli uffici di Viale De Gasperi hanno ripreso contatto con i privati per valutare il da farsi. E’ su di loro, infatti, che ora grava tutta la responsabilità della questione. La sentenza del Tar, uscita ad inizio luglio, effettivamente nega che il Comune debba rispondere perentoriamente alle richieste del privato. Al contempo, però, i giudici affidano alla giunta comunale il compito di confermare, o negare, con proprio atto, l’effettivo interesse pubblico delle proposte di variante.
Ecco quindi che la patata bollente passa nelle mani della giunta. Ma questa, ovviamente, redigendo una delibera del genere non si esimerà dal chiedere – e riportare – il parere dell’organo tecnico. In questo caso, dunque, il settore Urbanistica. Ne deriva che gli uffici non abbiano alcuna intenzione di immischiarsi in una vicenda giudiziaria che va avanti dal 2017 e che da allora non è mai stata risolta, né in un senso, né nell’altro.
Va detto, infatti, che Viale De Gasperi ha il potere di negare l’interesse pubblico delle proposte, ma a quel punto i privati farebbero valere tutti gli atti prodotti negli anni passati per ribaltare la disfida a proprio vantaggio. Come? Mettendo sul piatto, ad esempio, la perizia dell’Agenzia delle Entrate che calcola il contributo straordinario delle singole proposte. Tradotto, il valore in denaro e terreni che i proponenti devono corrispondere al Comune per realizzare la variante.
Certo, dal canto suo la giunta potrebbe opporsi, affermando il proprio diritto di redigere una nuova pianificazione urbana – un nuovo piano regolatore in tutto e per tutto – prima di decidere nel merito. Il fatto, però, è che quelle proposte sono state presentate mentre San Benedetto un piano regolatore – benché vetusto – ce l’aveva già. Le proposte di variante quindi non sono state depositate sfruttando un vuoto normativo, ma anzi interagendo con le norme che vigevano, e che restano in vigore anche oggi.
Insomma, la questione è tutt’altro che risolta. Ciò di cui però si sente l’assoluto bisogno è una presa di posizione, chiara e definitiva, da parte dell’Amministrazione comunale. Cosa ne pensa delle varianti? Che intende fare con le 16 proposte ad oggi protocollate negli uffici? E’ bene che queste cose vengano definite, e attraverso atti pubblici, non semplici dichiarazioni.
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