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Rifiuti in strada a Poggio di Bretta, dopo le proteste è caccia ai colpevoli

ASCOLI - Gli scarichi abusivi di rifiuti all’ingresso della frazione, lungo la strada provinciale Ripaberarda, si ripetono. E’ caccia aperta agli incivili. La collaborazione dei cittadini, e nuove tecnologie di sorveglianza a distanza, potrebbero portare ad individuare presto gli autori dell’ultimo sfregio
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di Walter Luzi

 

Poggio di Bretta, rifiuti in strada e nuove proteste. Dopo l’ennesimo scarico abusivo notturno di rifiuti di ogni genere sul ciglio della strada, scatta, finalmente, la caccia ai colpevoli. L’ultima “prodezza” dei nuovi barbari del terzo millennio nella notte di sabato. Stesso punto: vicino ai cassonetti della raccolta differenziata all’ingresso del paese nei pressi della fermata dell’autobus. Stesse modalità: rovesciati nella notte sul ciglio della carreggiata quintali di rifiuti di ogni genere.

 

Una sfida? L’ennesimo, sonoro  pernacchio rivolto agli esasperati residenti, nella pressochè assoluta certezza della impunità? Comunque sia: siamo alle solite Calimero. Come recitava il tormentone televisivo dello spot pubblicitario della nostra infanzia, ci risiamo. Davvero un brutto biglietto da visita per la popolatissima frazione, già alle prese con tanti altri, e ben più gravi, cronici problemi irrisolti che l’assillano da mezzo secolo. Una immagine di degrado di cui tutti farebbero molto volentieri a meno, ma che sta diventando, negli ultimi mesi, una vergognosa costante.

 

Il Comune, su diretto interessamento del consigliere Stefano Cannella, che nella frazione risiede anche, ha fatto prontamente sgomberare e ripulire l’area anche stavolta. Perchè ci può stare l’ignoranza. Nell’ignorare, appunto, che all’isola ecologica comunale puoi scaricare, gratis, si, hai capito bene, gratis! e anche di giorno, pensa tu la comodità, proprio tutto quello che vuoi. Ci può stare la più becera insensibilità ai drammatici temi della salvaguardia dell’ambiente, anche se la Natura ci sta già facendo pagare carissimo l’avvelenamento del pianeta. Ci può stare la componente genetica con il famoso anello mancante alla catena di Darwin, quello intermedio fra l’uomo e la scimmia, che, in questo caso, si potrebbe avere ben individuato. Ma non se ne può, davvero, più.

 

L’indispensabile cambio di passo nella repressione dell’incivile fenomeno non è più rimandabile. La vigilanza attiva, indispensabile e preziosissima, della popolazione ha, forse, dato il primo  frutto. Un automobilista di passaggio avrebbe infatti segnalato il numero di targa dell’automezzo dal quale si stava effettuando l’illegale… trasbordo. Le autorità avrebbero poi cercato riscontri anche fra il contenuto dei sacchi neri abbandonati sulla piazzola per cercare di individuarne con certezza la provenienza.

 

I vandali, stavolta, potrebbero avere le ore contate. Si sta cercando di attuare anche un sofisticato sistema di video sorveglianza mobile e mirata con foto-trappola, ma lo scoglio, insidioso, e, in questo caso, anche parecchio patetico, da aggirare è quello della privacy. Un altro di quei tanti casi che vedono i valori e i diritti più alti e nobili di tutti chiamati in causa, strumentalmente, per salvaguardare i più bassi e opachi interessi, per coprire, e far restare impunite, malefatte e abusi di pochi. Grandi e piccole. Di ogni tipo. Un’altra vergogna. Come quella dei delinquenti abituali quando invocano, candidi, il garantismo pur di farla franca. Come quella degli onesti perseguitati da leggi che, alla fin fine, finiscono per tutelare più i criminali che le loro vittime.

 

In un vero Stato di Diritto, che non dovrebbe mai essere forte con i deboli, e debole con i forti, la lotta infinita degli italiani onesti passa anche da certe piccole “battaglie” come quella, appena iniziata, a Poggio di Bretta.

 

 

 

 


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