di Sandro Renzi
Il prezzo del gas naturale sale alle stelle. Venerdì, dopo aver sfiorato nel borsino di Amsterdam quota 341 euro MWh, ha chiuso poco sotto fermandosi a 339 euro. Un anno fa il costo del gas variava tra 27 e 31 euro MWh. L’impennata registrata negli ultimi mesi si traduce in una emergenza nazionale, per non dire europea, complicata dal conflitto russo-ucraino. Il rischio concreto, paventato anche dagli economisti ed ora anche dalla politica italiana alle prese con una campagna elettorale ferragostana, è che a settembre possa saltare il sistema socio-economico in molti territori locali. Imprese e famiglie si apprestano a trascorrere un inverno tra possibili razionamenti, decreti aiuto da approvare e termosifoni da calibrare.
Misure di contenimento sono allo studio in tutti i Paesi dell’Ue. Solo in Italia si stima che occorrerebbero 30 miliardi di euro per sostenere il tessuto produttivo e quello sociale, ma il Governo Draghi non sembrerebbe intenzionato ad effettuare un altro scostamento di bilancio. A metà settembre torneranno ad incontrarsi, in via d’urgenza, i ministri dell’energia europei per tentare di delineare una strategia comune di intervento.
Sul tavolo c’è anche la proposta italiana di fissare un tetto al prezzo del gas che non incontra però i favori di altri partner. La Germania, dal canto suo, sta correndo ai ripari spegnendo le luci che illuminano edifici pubblici e monumenti e garantendo solo acqua fredda per le docce pubbliche.
Confindustria e le principali associazioni di categoria lanciano il grido di allarme. «Molte fabbriche ed attività commerciali chiuderanno perché non riescono a pagare le bollette di gas e luce» addirittura il 30% è a rischio. Circa 120.000 imprese del settore terziario potrebbero saltare. I sindacati si appellano alle istituzioni perché intervengano a sostegno di famiglie e pensionati. Una spirale fatale, il cane che si morde la coda. Chiudono le industrie, i lavoratori vengono lasciati a casa ma con quali soldi pagheranno il riscaldamento? Allo studio in Italia c’è anche la possibilità di un ricorso agli extraprofitti generati dagli incrementi tariffari per coprire i costi a carico della collettività o addirittura l’introduzione, in alcune scuole, della settimana corta per lasciare spenti i termosifoni nel weekend e recuperare risorse, prevedendo al contempo un giorno di dad per tutti a settimana.
Attribuire però alla guerra la responsabilità di questo caos è sbagliato. I russi ci hanno messo del loro, razionando e talvolta interrompendo il flusso di gas verso l’Europa, ma l’impennata dei costi è antecedente. Le principali compagnie che operano in questo settore hanno fatto registrare nel primo semestre di quest’anno utili vertiginosi.
Ed a crescere non è solo la bolletta del gas, ma anche quella della luce. Incrementi che risalgono al 2021, esattamente dal secondo trimestre. I dati sono quelli dell’Arera, l’Agenzia di regolazione per Energia, Reti e Ambiente. Per le bollette dell’energia elettrica c’è stato un aumento del 3,8% considerando una famiglia tipo nel mercato tutelato. Nel terzo trimestre il rialzo è continuato (9,9%). Nel quarto trimestre dello scorso anno si è registrato il balzo più rilevante (29,8%).
Aumento proseguito anche nel primo semestre di quest’anno con rincari del 55% secondo Arera.
Discorso analogo per il gas. Nell’ultimo trimestre del 2021 il prezzo è cresciuto in media del 14,4% rispetto al periodo precedente, mentre tra gennaio-marzo di quest’anno ci si attesterebbe addirittura ad un +41,8%. Gli aumenti sono imputabili senz’altro all’incremento del prezzo dell’energia all’ingrosso negli hub europei, aumenta il costo della materia prima, aumentano anche le bollette in sostanza. Sale la domanda grazie ad una accelerazione economica post covid, sale di conseguenza anche l’offerta. Ci sono poi le tensioni geopolitiche che hanno alimentato incertezze nei mercati e indotto ad esempio la Russia ad utilizzare il gas come arma di pressione sugli Stati che appoggiano l’Ucraina. Non ultimo le condizioni climatiche che possono portare ad inattesi incrementi dei consumi a fronte di stagioni molto fredde. Secondo Assoutenti ogni famiglia si troverà a pagare oggi 1231 euro in più rispetto al 2020 solo per le bollette di luce e gas. Ciò a fronte di una spesa per l’energia salita complessivamente nel biennio 2021-2022 del 92,7%, per l’associazione.
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