Giuseppe Santarelli
«Il tasso di irregolarità sul lavoro nelle Marche è pari all’83,40% (in assoluto la percentuale più alta rispetto a tutte le altre regioni italiane), con percentuali ancora più alte in specifici settori: 90,86% nelle costruzioni e 92,68% nei servizi di supporto alle imprese. In particolare poi, nel settore delle cooperative di lavoro, emerge un tasso di irregolarità pari all’83% con una percentuale di lavoratori in nero o irregolari pari al 10,74%». E’ stato pubblicato il rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza dell’ispettorato nazionale di lavoro nell’anno 2021.
La lettura della Cgil Marche evidenzia dati preoccupanti per la regione: «702 è il totale delle verifiche e degli accertamenti svolti dall’Inl nelle Marche. Le violazioni accertate si riferiscono a 4.528 lavoratori, 665 dei quali completamente in nero, 223 soggetti a sfruttamento o caporalato. Ben 1.490 i lavoratori coinvolti da fenomeni di interposizione illecita di manodopera; 999 le violazioni sull’orario di lavoro e 1.172 le violazioni in materia di salute e sicurezza».
«Numeri disarmanti che confermano quanto denunciamo da tempo e con sempre maggiore preoccupazione – dichiara il segretario generale della Cgil Marche Giuseppe Santarelli -. Nessuno strumento sarà di per sé risolutore (ad esempio il salario minimo) e nessuna ulteriore semplificazione burocratica migliorerà la vita alle imprese se non si assume, prioritariamente ed in modo strutturato, la decisione di contrastare ogni forma di illegalità e di sfruttamento nel mondo del lavoro, a partire dal rafforzamento dell’attività ispettiva, la cui attività è oggi certamente più mirata ma in costante calo quantitativo complessivo. Si parte da qui. Non c’è altra strada possibile».
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