di Salvatore Mastropietro
Ascoli-Cittadella è stato un match molto caldo in campo, ma anche in panchina non è stato da meno. L’espulsione di mister Cristian Bucchi e del direttore veneto Marchetti nel corso dell’intervallo ne è la chiara dimostrazione, nonché secondo step di qualche ruggine tra i due club che va avanti dal precedente dello scorso aprile (e il patron Massimo Pulcinelli sui propri profili social non ha mancato di ricordarlo).
Proprio con la spiegazione di questo episodio è partita la conferenza post partita di mister Bucchi, che di certo non si è risparmiato nei toni e noi contenuti: «Sono molto dispiaciuto, volevo parlare in maniera tranquilla con l’arbitro per avere una spiegazione sui falli sistematici dei loro terzini. Come stavo andando nel sottopassaggio sono stato aggredito dalla panchina del Cittadella, dal direttore e dall’allenatore. Come al solito, si lamentano sempre, piangono 38 partite su 38, oggi sono stati graziati da una gestione non corretta dell’arbitro. Mi hanno aggredito e io sono stato espulso. Ci sta una giornata sbagliata dell’arbitro, ma l’atteggiamento degli avversari non lo accetto».
Sull’analisi della partita, al netto delle polemiche: «Avevamo preparato bene la gara, ma oggi abbiamo commesso degli errori, anche se meno ad esempio rispetto alla partita contro la Spal. Non siamo stati incisivi con gli esterni, mi aspetto da loro molto di più. Bidaoui è estremamente intelligente, sa che chi lo affronta non accetta l’uno contro uno, ma deve essere più bravo a smarcarsi in profondità. Lo stesso vale dall’altra parte. Purtroppo non siamo riusciti a sfruttare la superiorità numerica, avevo in mente di inserire un’altra punta ma poi è arrivato il rosso a Caligara».
Sulla prestazione del reparto difensivo: «Questo campionato è fatto di partite anche così, in cui si vive sull’equilibrio e sul dettaglio. Di positivo c’è il fatto che abbiamo subito molto poco, è una prova maiuscola non solo della difesa ma di tutta la squadra. Ci sono momenti in cui si può andare a mille all’ora e momenti in cui bisogna sapere andare un po’ più piano. L’importante è che finora siamo sempre stati dentro le partite. Sottolineo che oggi Buchel è sceso in campo con la febbre, ma è voluto scendere in campo lo stesso, è un leone».
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