di Andrea Ferretti
(foto Ascoli Calcio)
Massimo Pulcinelli, il patron dell’Ascoli, in passato ha rilasciato spesso dichiarazioni un pò avventate, qualche volta anche esagerate. Lo scorso anno i suoi strali si abbatterono sul Cittadella. E già, proprio il Cittadella. Poi, dopo l’ultima allucinante gara della stagione – il playoff col Benevento – strali pure sui giallorossi campani che beffarono l’Ascoli al “Del Duca” senza nemmeno provare a disputare una partita di calcio. Ricordi freschi che restano ben impressi nella mente di squadra, società e tifosi. A questi ultimi, poi, non sfuggono nemmeno particolari, apparentemente insignificanti, perfino di una partita giocata quindici anni. Figuriamoci Ascoli-Cittadella di sabato, finita 0-0, con l’Ascoli al di sotto di quello che aveva fatto vedere nelle prime tre uscite di campionato.
Il risultato, purtroppo, non è solo lo 0-0 ma anche Leali out per qualche mese. Uno dei migliori portieri della Serie B, per lunghi tratti il migliore, è rimasto in campo fino al triplice fischio dopo lo scontro con Tounkara. L’attaccante del Cittadella, entrato in campo per sfruttare la sua velocità e il suo pressing sui portatori di palla, sembrava un indemoniato. E’ andato vicino al gol con un colpo di testa, ha commesso un fallo su Salvi proprio sulla linea di fondo, passato in cavalleria perchè ormai era rimessa per l’Ascoli. Poi lo scontro con Leali che è uscito alla disperata. Il portiere è rimasto a terra, non certo per perdere tempo.
La squadra di Gorini, invece, ad un certo punto del match, con l’Ascoli in forcing con quel pò di benzina che gli era rimasto, in occasione di una rimessa laterale ha perfino buttato in campo un secondo pallone come si usava una volta nei campetti di paese quando si stava vincendo e si volevano guadagnare secondi preziosi facendo sparire i palloni o buttandone qualcuno sul terreno di gioco per costringere l’arbitro a interrompere il gioco. Il Cittadella sembra proprio avercela con l’Ascoli, e quando affronta i bianconeri gioca con una trance agonistica fuori dal comune.
Un ortopedico ci ha confermato che l’ulna di un braccio non si frattura a causa di un elevato stress o con un improvviso colpo d’aria. Ecco allora che nello score dell’incredibile arbitro Meraviglia finisce per forza anche questo episodio sul quale non ha preso provvedimenti (un giallo?). Leali è out, Guarna è pronto, il Cittadella è tornato a casa, Meraviglia pure. L’Ascoli ha rimediato un punto che può essere considerato guadagnato.
In tribuna non abbiamo avuto certezza della presenza del commissario arbitrale. Se c’era, forse è andato negli spogliatoi prima dell’intervallo ad attendere il rientro della quaterna arbitrale per dirne due a Meraviglia e ai suoi collaboratori. La perla dell’arbitro pistoiese è stato lo sprint alla Tortu quando è corso per ammonire Del Fabro dopo il fallo su Gondo, con la palla sui piedi di Bidaoui diretto verso la porta avversaria. Una rapidità d’esecuzione che stride molto con le nuove regole del calcio che (purtroppo) vedono azioni concluse e poi cancellate per qualcosa accaduto quindici secondi (sono tanti) prima.
Sul rosso a Gondo il Var ha smentito il biondo direttore di gara che in campo è entrato un pò troppo agitato, forse anche impaurito. Nei primi minuti quasi correva con la bomboletta spray in mano. Ha pitturato diverse zone del terreno verde. Ma poi che fine ha fatto la bomboletta? Non ci sono stati più calci di punizione?
A fine partita si è sfogato Cristian Bucchi, e si è sfogato anche Edoardo Gorini, il 48enne allenatore veneziano del Cittadella che nella sua carriera ha allenato solo questa squadra dopo un passato da calciatore in terza serie. Il “lamento” al centro delle loro dichiarazioni. Da una parte Bucchi che sia durante (le sue grida si sono sentite anche dalla tribuna) che alla fine del primo tempo ha accusato il Cittadella di lamentarsi sempre. Dall’altra Gorini che ha definito «cazzate» le parole del collega «perchè io, che sono parte in causa, non mi sono mai lamentato con gli arbitri» aggiungendo, riferendosi a Meraviglia, che «l’arbitro è una persona e quindi può sbagliare, va accettato». Sulla polemica innescata lo scorso campionato da Pulcinelli: «Fummo accusati di esserci impegnati troppo contro l’Ascoli, poi battemo il Brescia facendo un favore all’Ascoli e da Pulcinelli mi sarei aspettato le scuse».
Da dichiarazioni di accuse e controaccuse, a quelle di dolore. Sono di Nicola Leali, uno degli idoli della Curva. “Mi sono fratturato l’ulna e questo mi porterà a stare lontano dal campo per un po’ di tempo. Sarà sicuramente dura, ma ci metterò il massimo impegno per recuperare nel miglior modo possibile. Sarà comunque anche questo un periodo per imparare cose nuove”.
L’Ascoli ora si affida a Guarna, ma non è escluso che in queste ore il diesse Valentini stia ragionando con gli altri dirigenti sulla possibilità di ingaggiare un altro portiere visto che ora ne restano due: Guarna e il giovane Bolletta. Magari un portiere esperto, di sicuro affidamento (una sorta di Eramo tra i pali) con contratto fino al 30 giugno 2023.
Bando alle ciance, a chi ama il calcio alla fine dispiace vedere 7.000 spettatori increduli che, dopo il cartellino che da rosso diventa giallo, hanno dato vita a un corso di fischi e risate (soprattutto). Del Fabro e Caligara espulsi e squalificati? Ci sta. Ma qualcuno fermi questo ragazzo, magari il più a lungo possibile. Probabilmente non sarà così perchè i vertici arbitrali lo designeranno subito – in passato è accaduto diverse volte, la specialità della casa – addirittura per una partita di cartello. Senza entrare nel merito dei requisiti per diventare arbitro, è risaputo che il physique du rôle di un direttore conta e anche parecchio. Per fare un esempio, ne sa qualcosa l’ascolano Emidio Morganti che si ergeva, in tutti i sensi, su calciatori anche del calibro di Del Piero e Totti giusto per citarne un paio. L’impressione è che, tranne Falzerano, Meraviglia per guardare ogni volta i giocatori in viso dovesse alzare sempre testa e sguardo verso l’alto.
Un consiglio all’Ascoli, e soprattutto a Pulcinelli: stop alle polemiche, il Cittadella va considerata come una qualunque altra avversaria. Si ricordino pure che è una società fondata quando l’Ascoli era già in B. Poi divenne una squadra che si districava nei campionati dilettanti quando il Picchio giocava e batteva squadre come Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma e altre. Una società e una squadra che – merito che va ampiamente riconosciuto – negli ultimi anni ha spesso centrato i playoff, traguardo che non giunge mai a caso. Una società e una squadra che sanno comunque di miracolo se pensiamo che al “Del Duca” stavolta i tifosi ospiti erano 34.
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