di Maria Nerina Galiè
Mauro Evangelisti ha 34 anni e cinque attività da gestire ad Ascoli – a fatica a causa delle bollette ormai insostenibili – ma le idee molto chiare: «I rincari, in un’attività come la mia, corrispondono al costo di 2 dipendenti. Che faccio, devo licenziare? Non lo farò mai. Piuttosto non pago luce e gas».
E’ indignato Mauro Evangelisti, come tutti, per l’impennata dei costi che sta mettendo in ginocchio imprese e famiglie, dopo tre anni di Covid, per giunta. E pronto alla protesta: «Non possiamo starcene con le mani in mano, aspettando decisioni di uno Stato che si sta rivelando inerme. Di questo passo si smetterà di produrre, il costo di tutti i prodotti andrà alle stelle, con gravi conseguenze per il cittadino, che non comprerà più e non potrà concedersi il “lusso” di una serata fuori. E’ un circolo vizioso. E pericoloso».
Il giovane imprenditore gestisce due autostazioni sulla superstrada, l’Ascoli mare al Marino e a Mozzano, poi l’impianto di carburanti a Monticelli, vicino all’ospedale, il bar ristorante “La Rosa Nera” ed il ristorante “La Torre”, in centro storico. Tra tutto, oltre 30 dipendenti.
Si è ritrovato tutto sulle spalle, dopo la prematura morte del padre Gianni, un anno fa esatto, Giovanni Evangelisti molto conosciuto e stimato in tutta la provincia ed ha trasmesso lo spirito di iniziativa al figlio che si informa, segue attento l’andamento del mercato, cerca di capire quale può essere la via d’uscita. Ma non c’è in questo caso.
«Intanto ho spento i condizionatori, con l’appoggio dei dipendenti che stanno facendo un grande sacrificio. Un frigorifero dove posso. Non posso – sottolinea – spegnere il forno per la pizza o l’abbattitore.
Impensabile poi chiudere una delle attività, mandando a casa i dipendenti. Abbiamo affrontato insieme i difficili anni del Covid, quando era tutto chiuso, ma le autostazioni lavoravano, anche per garantire un servizio pur incassando poco, perché non girava nessuno». Ed erano, in quel periodo, un punto di riferimento importante per chi, invece, doveva spostarsi per lavoro, su strade vuote, spettrali.
Bollette alla mano (le foto alla fine dell’articolo), il costo dei consumi di luglio 2022, rispetto all’anno precedente, sono triplicati.
Tanto per fare degli esempi, l’autostazione del Marino a luglio 2021 ha consumato di energia elettrica 8.259 kilowattora per una spesa di 1.885,96 euro. A distanza di un anno, per 8.540 kilowattora utilizzati, la spesa è pari a 5.723,69 euro.
L’utenza dell’attività di Monticelli: a luglio 2021 i consumi sono stati pari a 6.419 kilowattora e l’importo della relativa bolletta di 1.326,21 euro; a luglio 2022, per 5.812 kilowattora il titolare ha speso 3.944,17 euro.
«Tra tutte le strutture ho pagato oltre 24.000 euro. Ora aspetto la stangata di settembre, con i consumi di agosto, saliti ancora oltre 0,60 centesimi per kilowattora.
E’ un attentato ai risparmi di imprese e famiglie – rimarca Evangelisti – ed è necessario che si prendano provvedimenti.
E che non ci vengano a raccontare che è colpa della guerra – continua l’imprenditore come un fiume in piena – perché l’aumento è iniziato tra dicembre e gennaio di quest’anno, guarda caso con la liberalizzazione totale del mercato dell’energia elettrica e con contratti pluriennali per le forniture di gas e che non sono ancora scaduti.
Non ci si dica che tutto quello che sta accadendo non era prevedibile. Per noi cittadini, forse, che stiamo prendendo coscienza della gravità della situazione da quando ci ritroviamo spese più che raddoppiate. Ma chi ci governa, come poteva non sapere cosa stava per succedere ed avere la soluzione in tasca?»
E’ preoccupato Mauro Evangelisti anche l’inverno: «Si viene da un’estate buona, le persone hanno girato senza stare troppo a guardare se spendevano qualcosa in più. E ci mancherebbe dopo due anni di restrizioni. Ora andiamo incontro all’inverno e non ci sarà storia nella scelta tra pagare le bollette e concedersi un aperitivo o una cena fuori. Si tornerà ad altre restrizioni».
Evangelisti invoca azioni concrete e non disdegnerebbe gridare ad una voce sola con altri gestori, commercianti, ma anche famiglia. Però all’orizzonte ci sono al momento solo ipotesi di razionalizzazione.
«Sono assolutamente in disaccordo – tuona il 34enne – in quanto fino ad aprile abbiamo scorte di gas a sufficienza. Ma invece di aiutarci mettendo un tetto alla spesa o con altre iniziative, si chiede ai cittadini di farne meno uso.
Molti non ce la faranno. I forni ad esempio. Non mangeremo più pane e prodotti di pasticceria artigianale. Quanto ancora si potrà resistere?
Chi ha il respiro grosso, morirà solo più lontano».
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