di Salvatore Mastropietro
«Per noi la perdita di Leali è un colpo molto pesante, ma come squadra e società abbiamo il dovere di reagire. Stiamo cercando un’alternativa perché i tempi di recupero saranno lunghi e variabili, non ci sono certezze. Stiamo valutando quindi un profilo che contiamo di chiudere nei prossimi giorni, vogliamo un portiere forte né troppo giovane né vecchio e che potrebbe tornare utile nel futuro se dovesse dimostrarsi all’altezza». Nella conferenza di fine calciomercato, tenutasi oggi presso la sala stampa dello Stadio “Del Duca”, il direttore sportivo dell’Ascoli Marco Valentini ha tracciato in modo netto l’identikit di quello che ha breve sarà il nuovo portiere bianconero, vista la necessità di ricorrere ai ripari dopo l’infortunio di Leali.
Questo identikit corrisponde a Noam Baumann, estremo difensore classe 1996 di nazionalità svizzera svincolato dopo l’esperienza con la maglia del Lugano (99 presenze complessive). Si tratta di un portiere esplosivo tra i pali, dotato di una buona tecnica con i piedi e che – dettaglio non da poco – conosce la lingue italiana. Firmerà a breve un contratto annuale con opzione per la successiva. Insomma, si tratta di un’operazione per il presente e per il futuro: se Leali, come sembra, non dovesse rinnovare, sarà proprio l’elvetico a sostituirlo nel caso in cui convincesse dirigenza e staff tecnico. Già da domani dovrebbe essere a disposizione di Bucchi e, di conseguenza, arruolabile per la trasferta di Perugia.
Marco Valentini si è mostrato molto soddisfatto del lavoro svolto negli ultimi mesi: «Devo ringraziare la società che mi ha concesso ampia autonomia e anche i miei più stretti collaboratori, Mirko Evangelista e il mio scout Ivano Pastore. Abbiamo concluso la totalità delle operazioni che volevamo fare in entrata e quasi la totalità in uscita, nel secondo caso mi riferisco a Fabbrini e Iliev per i quali avevamo trovato delle soluzioni che i giocatori non hanno accettato. Inoltre la campagna è stata condotta ampiamente in attivo».
Non solo la tegola Leali, tuttavia, occorre essere affrontata in casa Ascoli. Le voci di corridoio che parlavano di un infortunio di Eddy Gnahorè sono state, infatti, confermate: «Ha avuto una distorsione del ginocchio, stiamo facendo gli esami del caso e tra qualche giorno avremo il quadro completo. Non c’è grande ottimismo, ma comunque attendiamo ulteriori accertamenti. Se interverremo sul mercato degli svincolati? Non penso, la rosa è completa a centrocampo».
Sulla situazione di Fabbrini e Iliev: «Non ci guardiamo mai indietro, Fabbrini non rientra nei nostri piani ed è stato comunicato subito al calciatore. Per Iliev c’è una trattativa in corso con una squadra estera in un paese (Grecia, ndr) in cui c’è ancora qualche giorno di tempo per negoziare. L’offerta è importante per il ragazzo, a questo punto dipende più da lui che da noi. Inoltre siamo in definizione per il passaggio in Serie D di Intinacelli».
Sui calciatori arrivati negli ultimi giorni di mercato: «Adjapong è un giocatore universale, può giocare sia terzino sia alto, a destra e a sinistra. L’abbiamo preso a titolo definitivo perché crediamo nei suoi valori. Mendes? È un’operazione programmata durante l’anno, lo abbiamo seguito da gennaio perché sapevamo che poteva essere un’opportunità. Gli va dato il tempo per ambientarsi, ma è un calciatore importante. Lo Sporting chiedeva una cifra elevata, ma poi siamo riusciti a prenderlo ad un prezzo giusto. Abbiamo preso tanti ragazzi giovani, una cosa che mi è stata chiesta dalla società era proprio quella di ringiovanire la rosa, un esempio è Giovane che abbiamo preso dall’Atalanta».
Sulla “telenovela” legata alla cessione di Saric: «Le squadre di Serie A ci avrebbero dato di meno, dal punto di vista finanziario abbiamo fatto una grande operazione. Già a dicembre il calciatore mi aveva manifestato l’idea di cambiare aria, ma volevamo cederlo alle nostre condizioni. Purtroppo non è riuscito a salire di categoria, ma noi abbiamo incassato di più».
Ulteriori retroscena legati al reparto offensivo: «Io ho sempre detto che volevamo prendere un over e un under. Gondo lo abbiamo chiamato per la prima volta il 5 di giugno, ma dovevamo aspettare i tempi della Cremonese. Nella nostra testa volevamo comporre la coppia Tsadjout-Gondo, poi non ci siamo riusciti. Poi è saltato Gori e abbiamo lanciato l’assalto a Pedro Mendes, che è stato preso alle condizioni giuste. È stato scritto anche di Niang (l’ex Milan, ndr), era una possibilità molto concreta e reale a inizio agosto».
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