di Luca Capponi
Grande Rita, ci mancherai. Con i tuoi occhi chiari ed i santi che conoscevi a memoria, coi segni zodiacali ed i sorrisi che dispensavi, sempre.
Se n’è andata in una giornata di fine estate la mitica Rita Paracciani. Aveva 78 anni. È suo, purtroppo, il corpo trovato a San Benedetto nel tardo pomeriggio di ieri martedì 13 settembre, a pochi metri dalla riva, nel tratto di mare antistante gli chalet “Da Federico” e “Medusa”.
Come era solita fare, era andata al mare con l’autobus per godersi l’ultimo sole e, probabilmente a causa di malore o di un annegamento, ha perso la vita. Con sè non aveva i documenti, ecco perchè per identificarla ci è voluto un po’.
Il compito è toccato al figlio minore Leonardo (Rita ne aveva un altro più grande), insegnante di scuola Primaria, nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 14 settembre.
Difficile raccontare in poche righe chi fosse Rita, soprattutto a coloro i quali (ad Ascoli, pochissimi) non la conoscevano. Era uno dei personaggi più noti e amati della città, un pezzo di storia, uno dei volti più caratteristici della Ascoli che fu.
Sorella di Luigi, noto per le sue battaglie ecologiste ed ex collaboratore anche di alcuni quotidiani quando ancora non esisteva l’online, viveva in Rua dei Costantini, a due passi da Piazza San Tommaso, il che ne faceva una grande sostenitrice del Sestiere di Porta Romana. Il fratello Gigi è morto nel 2010, poi sono scomparsi anche l’altro fratello che viveva fuori Ascoli e, lo scorso anno, la sorella ex dipendente dell’Amministrazione provinciale. Rita era la più piccola della famiglia.
Un tragico destino ha accomunato Rita Paracciani e Enzo Marinelli, cresciuti nella stessa Rua dei Costantini. Quasi coetanei, da ragazzi hanno vissuto per anni in due case praticamente attaccate. Rita è rimasta sempre lì. Meno di due mesi fa la scomparsa del noto artista, ora la morte di Rita.
Ed è proprio in centro che era facile incrociarla, 365 giorni l’anno, coi suoi modi di fare sui generis ma mai cattiva o molesta. Anzi, era capace di risollevare anche i momenti più storti con quel suo approccio scanzonato: «Come ti chiami? Luca? 18 ottobre!». Onomastico indovinato, come al solito.
Il tutto nonostante un’esistenza sfortunata, che non le aveva fatto sconti. La sua era una grande dote, capace di renderla ancora più umana: donare sorrisi a prescindere, senza risparmi di sorta.
Ce la ricordiamo anche a Carnevale, quando si univa al caleidoscopio di colori, lei che di colori e risate era la regina.
Ora non ci resta che salutarti, carissima Rita. Siamo sicuri che da oggi, su in Paradiso, nessun Santo sbaglierà più una data. Fa buon viaggio.
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