di Maria Nerina Galiè
Sembra di vederla, la nostra Rita, tra i Santi del Paradiso di cui sapeva “vita morte e miracoli”, dire loro: «Guardate, guardate come mi volevano bene gli ascolani. E non solo perché insegnavo tutti gli onomastici».
Basta farsi un giro veloce sui social per capire chi era Rita: la sua immagine è dappertutto, anche sulle foto profilo di molti.
Rita Paracciani, una vita sui generis – un po’ per scelta un po’ per necessità- era ormai un emblema del centro storico di Ascoli, che colorava con la sua onnipresenza. La trovavi sempre, seduta al tavolo di un bar, passeggiare con la sua andatura particolare, in bicicletta, ma sempre con le braccia tese in calorosi saluti, distribuiti a destra e a manca.
E’ morta martedì sera, 13 settembre, a San Benedetto. Amava il mare e raggiungere la costa in pullman o in treno d’estate era per lei routine, uno dei pochissimi “svaghi” che si concedeva e per cui aveva scelto orario e giorno in cui la spiaggia era quasi deserta. E’ stato un malore a portarsela via. Così hanno stabilito i medici, che non hanno ritenuto necessaria l’autopsia, restituendo così il corpo alla famiglia.
I pochi testimoni presenti l’hanno vista uscire dall’acqua e poi accasciarsi sul bagnasciuga. L’hanno subito soccorsa e allertato i soccorsi. Prima loro e poi i sanitari giunti in spiaggia hanno provato a rianimarla, è stato usato anche il defibrillatore, ma ormai purtroppo non c’era più nulla da fare.
Il figlio, che nel pomeriggio l’aveva accompagnata in auto alla fermata del pullman ad Ascoli, per raggiungere San Benedetto, in serata si è allarmato quando ha visto che la madre non era in casa. Non abitano insieme, e Rita già altre volte si era assentata senza avvisare nessuno, lei che non possedeva un telefono cellulare.
Ieri mattina quando il figlio ha saputo della tragedia della sera prima a San Benedetto, ha subito pensato alla mamma. A quel punto è stato lui a telefonare all’obitorio dell’ospedale di San Benedetto dicendo che quella donna ancora senza nome (Rita non aveva documenti addosso) poteva essere sua madre.
Gli operatori dell’obitorio gli hanno detto di recarsi lì ed è quello che ha subito fatto, accompagnato da una collega. Poi il riconoscimento.
Il funerale viene celebrato domani, venerdì 16 settembre, alle ore 15,30 nel Duomo di Ascoli. Nessuna altro posto (il figlio avrebbe voluto la chiesa di San Tommaso, che è pero off limits per i danni del terremoto) sarebbe in grado di contenere la folla che si prevede vorrà portarle l’ultimo saluto. Il feretro arriverà dall’obitorio di San Benedetto, e dell’organizzazione delle esequie se ne occupa le pompe funebri Agostini di Ascoli.
Tutti la conoscevano e la amavano in città. Nessuno si è mai tirato indietro di fronte ai suoi approcci simpatici, mai irrispettosi.
Dispensava auguri (per tutto, non solo alle feste) e promesse di preghiere. Sincere.
Chiedeva spesso: «Ci facciamo una foto insieme?». Impossibile dirle di no. E via dunque a mettersi in posa, con il sorriso sprigionato dagli splendidi occhi celesti, memoria di una bellezza che il tempo ha invano tentato di cancellare.
Ecco allora il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, tra i primi ad affidare ai social il dolore per la sua morte: “Una notizia che non avremmo mai voluto leggere… Quante risate insieme, quanti sorrisi e quanta allegria donavi ogni giorno a tutti noi ascolani. Impossibile non volerti bene, lascerai un vuoto profondo nel cuore di tutti noi”.
Come pure Guido Castelli: “Ciao Rita, ci mancherai. I nostri onomastici non saranno più gli stessi”.
Non si danno pace al Sestiere di Porta Romana, di cui Rita era appassionata sostenitrice: “Rita è stata un personaggio storico della città e del nostro quartiere che non ha mai perso occasione per mostrarsi vicina e orgogliosa di indossare i colori rossoazzurri. Ci mancherai Rita!”.
Presidente e direttivo dell’associazione Il Carnevale di Ascoli “piangono l’improvvisa scomparsa di Rita Paracciani e si stringono al dolore della famiglia e di quanti le hanno voluto bene”.
Rita se n’è andata, ma tra le cento torri risuonerà sempre la sua allegria.
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