di Andrea Ferretti
(foto Ascoli Calcio)
Dalle stelle alle stalle. Capita all’Ascoli che dopo la seconda sconfitta di fila si ritrova dai primissimi posti a metà classifica. “Due vittorie e vai su, due sconfitte e scendi giù”. Quando si parla di Serie B si è sempre detto così. La classica frase fatta. Oppure: “è un campionato lungo”. Ma perché esiste per caso un “campionato corto”? E’ un’altra delle frasi fatte del glossario del calcio usato dai diretti interessati quando, intervistati, fanno scattare la risposta uno, oppure la due, o la tre, come le mitiche buste di Mike Bongiorno.
Nelle interviste post partita Bucchi non si è nascosto dietro a un dito come alcuni suoi colleghi che gettano le responsabilità sui propri giocatori come, proprio ad Ascoli, alcuni anni fa usava fare un allenatore per fortuna scomparso dalla circolazione. Bucchi è stato quasi sul punto di fare qualche nome riferendosi a chi “non era in giornata”. Ma non l’ha fatto. Lo aiutiamo noi: “La maggior parte dei sedici che sono scesi in campo non era in giornata”.
Contro il Parma due elementi fondamentali e spesso decisivi come Buchel e Biadaoui sono stati ingabbiati ad arte. Ogni allenatore che affronta l’Ascoli, del resto, in settimana raccomanda ai suoi: l’Ascoli dobbiamo attaccarlo dentro la loro area di rigore, poi bisogna evitare che Bidaoui vada all’uno contro uno e non bisogna far ragionare Buchel, altrimenti ci fanno neri. E’ quello che ha fatto Pecchia. Ne sanno qualcosa Bellusci e Botteghin, brutte copie dei difensori ammirati finora, vittime di un asfissiante pressing altissimo affidato mica due giovincelli, ma a Inglese (31 anni) e Vazquez (33) che sono i più vecchi della squadra. Tanto che ad un certo puto Pecchia li ha sostituiti. Sarà un caso, ma proprio da quel momento l’Ascoli si è gettato in un disperato quanto tardivo forcing.
Qualche singolo. Adjapong deve sfruttare la sosta per raggiungere la migliore condizione fisica ed essere poi impiegato titolare. Gondo se non viene servito in un certo modo finisce per vagare nella metà campo avversaria rimediando solo randellate. Un problema, risolvibile, i famosi quattro esterni che dovevano far paura a tutti. Ma Bidaoui, Lungoyi, Falzerano, Ciciretti in questo primo scorcio di stagione hanno deluso abbastanza. Bidaoui è perennemente braccato, Falzerano e Lungoyi spesso finiscono per braccarsi da soli, Ciciretti ha giocato pochissimo e ora occupa un posto in infermeria. E allora spazio a Mendes che col Parma, in pochi minuti, complice anche il cambio di rotta del Picchio e l’arretramento degli avversari, ha fatto più di chi ha giocato quasi tutta la partita.
Capitolo Baumann. Nella mezzora in cui è rimasto in campo qualche responsabilità sui gol ce l’ha. Una giornata no può capitare, peccato sia coincisa con quella del suo esordio al “Del Duca” dopo la prima di Perugia quando ha giocato a poche ore dal suo arrivo che manco conosceva i nomi dei compagni. Quasi come se l’Ascoli, dopo l’infortunio di Leali, non potesse scendere in campo perchè privo di un portiere? Tralasciando lo stato d’animo di Guarna quando dopo l’infortunio di Leali ha appreso che la prima cosa da fare era prendere di corsa un altro portiere per farlo giocare titolare. Baumann quando è uscito, infortunato, si è beccato anche qualche fischio. E’ una bella responsabilità, di cui sicuramente sarà stato messo al corrente al suo arrivo ad Ascoli, difendere una porta che prima di lui ha visto protagonisti portieri del calibro di Leali, Lanni, Lorieri, Pazzagli, Corti, Pulici e Grassi.
Tornando alle frasi fatte, ce n’è una che calza a pennello all’Ascoli: “mai sosta fu più propizia”.
Emblematica è la dichiarazione di capitan Dionisi che la società ha postato sulla propria pagina Facebook.
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