L’organigramma per gli Incarichi di funzione, presentato dalla direzione di Area Vasta 5, non mette d’accordo le organizzazione sindacali.
Risalgono all’estate scorsa le iniziative intraprese – forse per la prima volta – di concerto tra tutti, ma proprio tutti, i rappresentanti delle sigle sindacali presenti in Area Vasta 5. Quell’unità di intenti, dimostrata in tante occasioni, sembra ch si stia via via dissipando. E proprio nel momento in cui sarebbe più utile fare fronte comune, in vista dell’ormai imminente passaggio da Area Vasta 5 ad Azienda sanitari territoriale, ma anche dei rinnovo dei contratti nazionali.
Il Nursind e l’Usb hanno sollevato pesanti obiezioni, fino a diffidare i vertici della Sanità locale e regionale, per il fatto che il fondo non è stato sottoposto alla Rsu e perché, affermano i rappresentanti territoriali Maurizio Pelosi e Mauro Giuliani, sono altre le priorità per il comparto.
La risposta alle loro parole arriva dai segretari provinciali funzione pubblica di Cgil, Viola Rossi, e Cisl, Giorgio Cipollini, che si dissociano dalla posizione dei colleghi sindacalisti e parlano di voler «confutare la strumentalizzazione e l’ostruzionismo posti in essere da Nursind e Usb».
In merito alle problematiche ricordate come prioritarie per infermieri e oss dell’Area Vasta 5, Rossi e Cipollini affermano: «Tutte le 12 problematiche elencate nel citato documento (di Pelosi e Giuliani) sono reali tanto è vero che, per risolverli, sono stati aperti due tavoli di trattativa. Il primo ad Ancona (già effettuati 3 incontri alla presenza dell’assessore regionale al Bilancio Guido Castelli, del direttore dipartimento salute Armando Marco Gozzini, della direttrice generale Asur Nadia Storti, del direttore amministrativo Pierlugi Gigliucci, del direttore dell’Area Vasta 5 Massimo Esposito accompagnati da dirigenti e funzionari della Regione. L’altro in l’Area Vasta 5 con il direttore Esposito, su delega della Storti».
Cisl e Cgil inoltre obiettano a Nurdind e Usb di non aver firmato il contratto nazionale del 2018, a cui fanno riferimento nella loro lettera di protesta e che quindi – secondo Cipollini e Rossi – tali sigle sindacali non sono ammesse al tavolo della trattativa.
Poi, Cgil e Cisl arrivano al punto: «L’Area Vasta 5, il primo gennaio 2023 cesserà di esistere e, in attesa dell’entrata a regime dell’Azienda sanitaria territoriali, dovremo affrontare una gestione provvisoria che, in quanto tale, non ci consentirà di conseguire alcun proficuo risultato in favore del personale dipendente.
Qualora inoltre i confronti dovessero risultare deludenti, la Rsu e le scriventi organizzazioni sindacali saranno pronte ad intraprendere una forte mobilitazione, così come avvenuto nei mesi scorsi, per la difesa dei diritti del lavoratori e la rivendicazione degli istituti sanciti dal contratto».
«Ci sono due modi – concludono Rossi e Cipollini – di sviluppare le relazioni sindacali. Il primo, quello della contrapposizione fine a se stessa, per soli fini di propaganda e acquisizione di consenso associativo, senza ovviamente conseguire alcun risultato concreto. Il secondo, quello della concreta trattativa e, qualora necessaria, della onorevole mediazione, che ci consente di conseguire gli obiettivi prefissi».
m.n.g.
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