di Federico Ameli
È durata appena qualche giorno l’esperienza di tre cuccioli di daino negli spazi dell’Oasi La Valle, il Centro di educazione ambientale di Spinetoli, nelle immediate vicinanze dell’abitato di Pagliare, che nella notte tra sabato 8 e domenica 9 ottobre ha visto i tre animali protagonisti di un episodio a dir poco spiacevole.
Le dinamiche restano tuttora da chiarire, sia per i responsabili della struttura che per i Carabinieri Forestali che indagano sul caso, ma quel che è certo è che degli animali selvatici – presumibilmente dei lupi – siano riusciti a intrufolarsi nel recinto dei daini, condannandoli di fatto a morte certa.
Agghiacciante la scena agli occhi di chi, nella mattinata di domenica, si è trovato di fronte ai resti dei malcapitati animali, giunti all’Oasi di Spinetoli solo a fine settembre.
«Abbiamo rinvenuto delle impronte di lupo all’interno dei recinti e perfino accanto al chiosco – racconta Nunzia Bertone, coordinatrice dell’Oasi La Valle – individuando in un buco nella recinzione dell’area riservata alle capre il passaggio utilizzato dagli animali per entrare nell’Oasi. Tuttavia, non riusciamo a capire come siano entrati in contatto con i daini.
Prima di ospitarli, infatti, abbiamo apportato delle specifiche migliorie alla recinzione, dotandola di una rete elettrosaldata».
Una precauzione che, purtroppo, non si è rivelata sufficiente a tenere lontani i predatori, sul cui identikit lo staff dell’Oasi ha ben pochi dubbi.
«Sono stati senz’altro i lupi – afferma la coordinatrice Bertone – e la cosa che fa più male è che ormai si aggirino indisturbati nella nostra zona, senza che nessuno ci tuteli. Qui da noi, durante la notte, lavorano anche persone disabili, mentre di giorno l’Oasi è frequentata da bambini e famiglie. La scorsa domenica, ad esempio, abbiamo avuto in programma due feste di compleanno.
Al di là del caso dei nostri daini, la situazione è estremamente pericolosa anche per chi lavora o semplicemente viene a visitare la nostra Oasi».
D’altra parte, come racconta la coordinatrice della struttura, l’episodio dello scorso fine settimana non sembra essere poi così isolato. Solo nelle ultime settimane, la comunità di Spinetoli, nella parte alta del Comune, ha dovuto fare i conti con un cagnolino ferocemente sbranato dai lupi e la sospetta scomparsa di due meticci, in una scia di sangue presumibilmente legata alla ricerca di cibo che da anni ormai porta animali tipicamente d’altura a spingersi a pochi metri dalle abitazioni.
«Più di un anno fa, prima del mio arrivo in struttura, era successo qualcosa di simile – ricorda la Bertone – e anche per questo motivo avevamo cercato di prepararci al meglio prima di riaccogliere i daini all’interno dell’Oasi, dove avrebbero potuto trascorrere del tempo all’aria aperta insieme ai bambini.
Purtroppo non è servito a nulla, ma i contadini della zona non sono nuovi a questa situazione, dato che spesso riferiscono di ortaggi mangiati e animali uccisi».
Un film già visto, insomma, su un grave problema di sicurezza di cui non solo la cittadinanza, ma anche le istituzioni saranno chiamate a occuparsi.
In attesa che gli addetti del servizio veterinario di Area Vasta 5 completino l’iter di misurazione e comparazione delle impronte necessario per accertare l’identità degli animali aggressori, il sindaco di Spinetoli Alessandro Luciani cerca di tranquillizzare i suoi concittadini, smentendo categoricamente che l’episodio possa rientrare in un quadro più complesso.
«Non è mai stata rilevata la presenza di lupi nelle ore pomeridiane – esordisce il primo cittadino – nell’area a vocazione turistica di cui l’Oasi fa parte, né d’estate né d’inverno.
Per anni i daini sono stati ospitati in un’altra zona con un recinto anche più basso e accessibile, ma ormai i tempi sono cambiati e capita che animali come lupi e cinghiali scendano in Vallata per procacciarsi del cibo. Si tratta di questo, non certo di un attacco che mette a rischio l’incolumità dei cittadini».
Non manca poi un monito ai responsabili della struttura, per scongiurare il rischio che la terribile strage di sabato notte possa avere un seguito.
«Evidentemente le precauzioni prese non sono bastate – commenta Luciani – ora bisogna stare attenti e fare attenzione, dato che il lupo sa che in zona può trovare del cibo. Raccomando ai gestori di prevedere un recinto più sicuro, come peraltro hanno fatto le circa 200 famiglie che vivono nella frazione di Villa San Pio X, a poca distanza dall’Oasi.
Da quelle parti quasi ogni nucleo familiare ha degli animali in casa o in campagna, ma non è mai successo nulla di questo genere».
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