Sindacati avanti tutta in Area Vasta 5, dove è stato proclamato lo stato di agitazione: domani, 24 ottobre, il prefetto di Ascoli Carlo De Rogatis incontrerà i rappresentanti dei lavoratori delle prime tre sigle che hanno “aperto le danze”, Nursind, Nursing up e Usb.
Nei prossimo giorni, la procedura sarà affrontata anche da Cgil, Cisl, Uil, Ugl Salute e Filas, funzione pubblica, che si sono mossi poco dopo i colleghi, in una ritrovata unanimità d’intenti che s’incentra su diversi temi importanti per infermieri e oss del Piceno.
Al centro delle rivendicazioni, l’utilizzo dei Fondi Contrattuali che pongono il comparto sanitario di Area Vasta 5 in una condizione di svantaggio economico rispetto ai colleghi di altre province marchigiane. Un problema che si protrae da tempo ed al quale i dirigenti della Sanità locale si erano impegnati ad affrontare, una volta pet tutte, con il Tavolo Permanente Regionale entro il mese di ottobre che sta volgendo al termine.
Nursind, Nursing up e Usb hanno proclamato lo stato di agitazione, dopo aver inviato una diffida ai vertici sella Sanità regionale e locale, a seguito dell’approvazione da parte di Area Vasta 5 del piano per gli Incarichi di Funzione, senza il preventivo accordo sull’utilizzo dei fondi contrattuali, già dimostratisi insufficienti.
«È logico ritenere che, solo dopo essere venuti a conoscenza dell’esatto ammontare del Fondo, la Direzione di Area Vasta 5 possa presentare una proposta di accordo, ed il relativo budget per predisporre l’organigramma relativo ad Incarichi di Funzione», ribadiscono i firmatari della nota, che annuncia la mobilitazione, Maurizio Pelosi (Nursind), Roberto Tassi (Nursing Up) e Mauro Giuliani (Usb). Che rivendicano, prima di tutto, «la restituzione di 495.000 euro del Fondo Produttività 2021 ai lavoratori comparto e la rideterminazione del Fondo Contrattuale che, come evidenziato, è inferiore rispetto alle altre Aree Vaste di circa 1.000 euro pro-capite».
Ci sono poi – per i sindacalisti – argomenti cruciali in attesa di risposte, come i di vestizione Covid, l’indennità di malattie infettive, le premialità Covid, il riconoscimento del pagamento dei festivi infrasettimanali, l’aumento delle indennità varie e la stabilizzazione del personale.
La riunione delle Rsu del 20 ottobre, ha fatto saltare sulla seggiola anche anche tutte le altre organizzazioni sindacali, che hanno proclamato pure «lo stato di agitazione – si legge nella comunicazione firmata da Viola Rissi (Cgil), Giorgio Cipollini (Cisl), Paolo Sabatini (Uil), Benito Rossi (Ugl), Francesco Menzietti (Fials) e Paolo Grassi (Rsu) – con riserva di indizione di plateali iniziative per il riequilibrio o riallineamento del fondo risorse decentrate e la restituzione dei 495.000 euro, relativi all’esercizio 2021, con la precisazione che i negativi riflessi sono da addebitarsi unicamente alle parti pubbliche per il loro perpetrato atteggiamento omissivo».
Cgil, Cisl e Fials, che hanno affiancato la Rsu all’incontro al “Mazzoni” di Ascoli, sottolineano inoltre l’insoddisfazione sull’accordo proposto per il pagamento delle premialità Covid e sollecitano la definizione delle progressioni economiche orizzontali 2021, «in quanto l’entrata in vigore del nuovo CCNL rischierebbe di compromettere il buon esito della procedura».
Meglio, per Rossi, Cipollini e Menzietti, sul fronte dei Relativamente al riconoscimento dei tempi di vestizione e di consegna: c’è una proposta su cui ragionare, affermano.
m.n.g.
La Rsu di Area Vasta 5: «Preoccupati per il contenimento del costo della spesa del personale»
Autunno caldo in Area Vasta 5: rinviato il tavolo con i sindacati che sono pronti alla mobilitazione
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati