Subito il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico (ministro Adolfo Urso), insieme con quello del Lavoro (ministro Marina Calderon), e deve essere presente anche l’azienda: questa la richiesta delle segreterie nazionali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, reduci dal coordinamento nazionale dove hanno affrontato il tema Whirlpool.
Da remoto si sono collegati anche i sindacalisti del Piceno e di Ancona che stanno seguendo da vicino la vicenda, preoccupati per i lavoratori degli stabilimenti di Comunanza e Fabriano.
I rappresentanti sindacali non hanno intenzione di restare con le mani in mano, in attesa di gennaio 2023, per sapere se andrà in porto la vendita dell’area Emea – e quindi anche l’attività in Italia – oppure no. In questo caso, nella comunicazione della multinazionale del 21 ottobre, era espressa la volontà della multinazionale di proseguire con l’attuale gestione.
Ma a quali condizioni?
I sindacalisti lo vogliono sapere prima della conclusione della trattiva con i potenziali acquirenti, oppure all’alba di una decisione diversa.
L’elettrodomestico diventi settore strategico per l’Italia: è questa, invece, la richiesta ai nuovi governanti, chiamati quindi ad un’azione incisiva a sostegno dei siti produttivi nazionali.
Non si escludono mobilitazioni e scioperi che coinvolgeranno anche gli stabilimenti di Comunanza e Fabriano.
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