di Maria Nerina Galiè
«Mauro ci metteva il cuore nelle cose. Ed oggi ha vinto. Con l’amore per la famiglia, con l’amicizia che ha donato ai tantissimi amici qui presenti, con il sorriso che non mai negato ad un avventore della sua pizzeria».
Don Luigi Nardi ha detto così alla folla che ha riempito il Duomo di Ascoli, oggi 5 novembre, per l’ultimo saluto a Mauro Morganti, “Sumo” per gli amici, stroncato da un malore improvviso a 49 anni, giovedì scorso.
Insieme con la moglie Giuseppina gestiva la pizzeria “Tatanka” di via d’Ancaria, dove pure abita. E’ iniziata lì la commozione per la perdita del “gigante buono”, come lo hanno definito in molti.
Davanti al locale la scritta “Sumo uno di noi”. E fiori davanti agli ingressi della pizzeria dove, da ora in poi, il profumo dei tipici calzoni fritti inevitabilmente riporterà alla mente la gentilezza e la simpatia di Mauro.
Ad attendere il feretro, in piazza Arringo, i gonfaloni della Quintana e del sestiere di Porta Maggiore, con cui Mauro collaborava attivamente. La bandiera dell’Ascoli Calcio sulla bara. Oltre all’amore per la sua famiglia, Quintana e Ascoli Calcio erano le sue due grandi passioni, come ha ricordato il celebrante.
Inconsolabili la moglie Giuseppina, la mamma Francesca e la sorella Alessandra.
Intorno a loro si sono stretti i tantissimi amici, tra cui anche un gruppo di ragazzi di Siena, conosciuti quasi per caso.
«Eppure sono venuti qui apposta per salutare Mauro, un altro esempio di quanto fosse in grado di stringere facilmente amicizie vere», sono state ancora le parole di don Nardi che ha cercato di dare un senso religioso alla sua prematura scomparsa.
Anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti ha voluto essere presente al rito.
«Mauro, hai vinto tutto – ha detto ancora – il campionato di calcio, il palio della Quintana. La tua morte è stato un evento inatteso, difficile da accettare, ma la consolazione arriva dalla consapevolezza che tutto passa, ma non passeranno l’amore e l’amicizia che hai donato».
Ed ecco allora la vittoria, da celebrare con le campane del Duomo, sciolte a festa dal religioso, ma non prima di aver chiesto il permesso alla famiglia.
Ed ecco allora il pensiero di Marco Regnicoli, caposestiere di Porta Maggiore, accompagnato da una nutrita delegazione con tanto di fazzolettone gialloverde al collo: «Nessuno muore se vive nel cuore di chi resta. Grazie Mauro, non ti dimenticheremo mai».
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