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Il Belvedere intitolato alla memoria di Don Giuseppe Caselli (Le foto)

MONTEPRANDONE - A settant'anni dalla scomparsa del parroco e storico, le commosse parole di monsignor Romualdo Scarponi che lo conobbe quando era un bambino. Il sindaco Sergio Loggi: «Sacerdote di gran fede, pastore impegnato, uomo attivo sul piano sociale e culturale». Ha partecipato anche il Comune di San Benedetto, la sua città natale
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«Sacerdote di gran fede, pastore impegnato, uomo attivo sul piano sociale e culturale». Il sindaco Sergio Loggi ha ricordato così Don Giuseppe Caselli nel corso della cerimonia con cui a Monteprandone è stato intitolato il Belvedere allo storico parroco nel 70° della morte. Don Giuseppe Caselli nacque il 24 aprile 1877 al Paese Alto di San Benedetto. Il padre gestiva un negozio di “pizzicagnolo”.

 

Dopo lo scoprimento della targa, la benedizione di Don Vincent Ifeme, parroco della chiesa San Nicolò, poi nella sala consiliare è intervenuto l’archivista del Comune di San Benedetto Giuseppe Merlini che ha raccontato la poliedrica figura di Don Caselli: «Rivoluzionò il borgo dal punto di vista sociale e culturale, fu interprete del suo tempo occupandosi della società monteprandonese, allora costituita da famiglie di artigiani e agricoltori. Fu il primo sul territorio a creare un laboratorio di ricamo e cucito e una cassa rurale ante litteram. Partì da lui nel 1908 la proposta di elevare San Giacomo della Marca a compatrono di Monteprandone».

 

Commosso il ricordo di monsignor Romualdo Scarponi (monteprandonese di origini, già vicario della Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto) che da bambino ha conosciuto Caselli: «Fu il parroco della mia prima confessione e comunione, è stato un sacerdote con la cultura della severità. Quando lui faceva la sua passeggiata noi bambini smettevamo di giocare per andare a baciargli la mano e lui ci dava un confetto. Un sacerdote che ci ha insegnato a stare in chiesa: una volta una donna entrò in chiesa senza il velo per fare la comunione e lui la redarguì».

 

Nell’occasione il professor Saturnino Loggi, mostrando una copia dei due volumi sulla vita di San Giacomo della Marca scritta da Caselli, forse l’unica esistente, ha sottolineato che «Don Giuseppe è stato uno storico, il primo a raccontare del Santo monteprandonese su basi storiche».

 

Tra le numerose autorità intervenute, anche il vice sindaco Daniela Morelli, gli assessori Meri Cossignani, Roberta Iozzi, Christian Ficcadenti e Fernando Gabrielli, il consigliere Orlando Ruggieri, il comandante della Polizia Municipale Eugenio Vendrame, l’assessore Domenico Pellei in rappresentanza del Comune di San Benedetto, la dirigente scolastica Roberta Capriotti, Fernando Ciarrocchi e Giovanna Narcisi della Banca del Piceno, Stefano Caponi presidente della Pro Loco, rappresentanti delle locali congreghe.

 

L’intervento di Giuseppe Merlini

Il professor Saturnino Loggi e monsignor Romualdo Scarponi

 

Il professor Saturnino Loggi

Monsignor Romualdo Scarponi e Don Vincent Ifeme

 


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