di Andrea Ferretti
Arbitro bocciato. Livio Marinelli ha toppato alla grande al “Del Duca” dove era stato designato per dirigere Ascoli-Frosinone. Dopo un primo tempo che si può definire normale, in cui ha ammonito due giocatori del Frosinone (Moro e Boloca) per gioco falloso, nella ripresa ha cambiato la partita e la serata. Lo ha fatto quando non era ancora scoccato il terzo minuto dopo che Collocolo gli ha rivolto alcune parole che un arbitro e un maresciallo dell’Esercito come lui non può accettare, se non da un superiore. Solo che qui le divise non sono quelle grigioverdi, ma quelle indossate da arbitri e calciatori.
Marinelli, laziale (come tutti i dirigenti dell’Ascoli) di Tivoli ha solo applicato il regolamento. Da questo punto di vista la decisione di sventolare il rosso a Collocolo non fa una piega, ma sarebbe curioso sapere cosa si sarà sentito dire quando, limitatamente a questo primo scorcio di stagione, ha arbitrato big con addosso le maglie di Napoli, Milan e Roma. Sicuramente avrà dovuto fare orecchie da mercante. Più o meno quelle che utilizzò un suo illustre predecessore, Rizzoli di Bologna, quando Totti gli gridò un ravvicinato “vaffa” durante un Udinese-Roma dell’aprile 2008. Cartellino rosso? Macchè, il capitano giallorosso se la cavò con mille euro di multa? Dov’è l’errore? Chi ha sbagliato dei due? Domande più che lecite, ma forse è più giusto parlare di “due pesi, due misure”.
Marinelli ha arbitrato diverse partite in A, fa parte del gruppo dei cinquanta fischietti che il designatore Rocchi spedisce ogni volta sui venti campi di A e B. Ha 38 anni e li ha festeggiati pochi giorni fa proprio arbitrando. Il 6 novembre, infatti, è stato lui a dirigere Sampdoria-Fiorentina finita 0-2. Chi più rigido al regolamento se non un militare dell’Esercito con alle spalle anche una missione di pace in Afghanistan? Marinelli, però, forse doveva contare fino a tre, e magari far finta di non aver sentito. Invece, in un colpo solo, è riuscito a: 1) trasformare la partita in una bolgia andata vicino alla “caccia all’uomo”; 2) far inferocire gli spettatori – tranne ovviamente i 431 giunti da Frosinone; 3) far saltare i nervi ai calciatori bianconeri, alla panchina e anche ai dirigenti del Picchio in tribuna. Ha comunque applicato il regolamento e siamo certi (non è vero) che lo farà anche quando si troverà al cospetto di giocatori famosi.
Dopo il gol ospite al “Del Duca” è andato inscena anche un remake del film “Sfida all’O.K. Corral” con Massimo Pulcinelli, uno che non le manda certo a dire e che stavolta sembrava intenzionato anche a darle. E’ sceso dalla tribuna insieme ad altri dirigenti bianconeri e stava entrando in campo se non fosse stato bloccato e tenuto a stento da alcuni membri dello staff bianconero, in primis l’ex arbitro Massimo De Santis, ora responsabile dei rapporti esterni ed istituzionali del Club. Come lui, inferocito, anche l’azionista Bernardino Passeri di “Distretti Ecologici”.
La scena non è stata edificante e nemmeno da manuale del fair play, ma per certi aspetti comprensibile. Il Presidentissimo Costantino Rozzi ci perdoni, ma probabilmente sarà d’accordo: nelle medesime condizioni, lui avrebbe sicuramente fatto la stessa cosa.
«Denuncerò per danni l’arbitro Marinelli, in difesa dei miei interessi e dell’Ascoli Calcio» ha detto il patron a fine gara. Detto, fatto. Oggi, sabato 12 novembre, Pulcinelli ha dato l’incarico ad un avvocato di procedere nei confronti di Livio Marinelli.
«Non è possibile che in una partita di cartello come questa, in un campionato che investe tantissimo, venga inviato un arbitro così deficitario. Non è palesemente stato in grado di arbitrare una gara del genere. C’è stato un atteggiamento di intimidazione e non all’altezza. Non penso ci sia malafede, ma in futuro bisognerebbe pensare di sostituire i direttori di gara fuori forma» gli ha fatto eco il presidente Carlo Neri.
Considerando che a quell’ora c’era solo la contemporaneità di Empoli-Cremonese di A, l’anticipo Ascoli-Frosinone è stato seguito da mezza Italia calcistica. Compreso quindi anche il designatore Rocchi che non aveva motivi per distrarsi su quanto stava accadendo al “Del Duca”.
Pulcinelli, che nel 1982 era un ragazzo di 18 anni, forse ricorderà quello che accadde il 21 giugno a Valladolid, durante il Mondiale di Spagna poi vinto dall’Italia. Durante la partita Francia-Kuwait, dopo la rete del 4-1 segnata dal francese Giresse, un uomo scese in campo minacciando di ritirare la squadra se il gol fosse stato convalidato. Secondo lui irregolare perché i suoi giocatori si erano fermati dopo aver sentito un fischio. Quella persona era lo sceicco Fahad Al-Ahmed Al-Sabah, presidente della Federcalcio kuwaitiana e anche membro del Cio. La partita venne sospesa per sei minuti e, dopo il gol annullato, si riprese a giocare. Il risultato era di 3-1 per Platini e compagni e finì comunque 4-1. Quando volere è potere.
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