«La Sanità del Piceno è in crisi, e le proteste dei lavoratori del comparto che vedono i loro diritti negati sono sacrosante. Noi siamo al loro fianco». Lo afferma Francesco Ameli, segretario provinciale del Partito democratico, alla luce delle proteste dei sindacalisti di Area Vasta 5.
Lo spunto, per l’esponente politico, è l’ennesimo tentativo di raffreddamento, ieri 15 novembre in Prefettura, tra alcuni rappresentanti dei lavoratori ed i vertici della Sanità locale. Il secondo, dopo quello espletato da altri sindacalisti. Entrambi arrivati dopo mesi di incontri e trattative.
Tutte le sigle hanno comunicato la prosecuzione dello stato di agitazione.
«Dal canto nostro – commenta Ameli – ci siamo attivati per suonare la sveglia sia ad Acquaroli (presidente della Regione Marche, ndr) che a Fioravanti (sindaco di Ascoli, ndr), i quali sembrano aver perso la parola in tema di Sanità e di difesa dei lavoratori.
Lo abbiamo già fatto in Consiglio comunale con un’interrogazione a mia prima firma e domani (17 novembre, ndr) sarà in discussione in Consiglio regionale delle Marche un’interrogazione del Pd a prima firma di Anna Casini, nata dall’ascolto delle istanze dei lavoratori».
Alla Regione, Ameli – in qualità di Segretario del Partito Democratico Provincia Ascoli – chiede con forza: «E’ necessario che vengano ristorati subito i 495.000 euro della produttività collettiva che sono stati “prestati” (tramite accordo sindacale) dai lavoratori all’Asur, per garantire agli stessi il pagamento delle indennità previste dal contratto nazionale, con obbligo di restituzione entro il 31 ottobre scorso.
Chiedo inoltre il riequilibrio degli stipendi dei lavoratori della Sanità pubblica del Piceno rendendoli paritetici a quelli dei colleghi delle altre province marchigiane.
Dovranno poi essere presi provvedimenti per garantire assunzioni promesse in area vasta 5. Ad oggi il piano assunzionale prevede nel Piceno per il prossimo anno 140 lavoratori in meno, il che vorrebbe dire chiudere i reparti.
Il rischio palese è che con la nuova riforma sanitaria regionale salti tutto il sistema sanitario pubblico piceno».
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