Assunta Minnucci ringrazia lo staff di “Zaffiro” di Lido di Fermo.
«Chi scrive è Maria Teresa Eleuteri, figlia di Assunta Minnucci. Mia madre è nata nel 1929 e negli ultimi 4 mesi è stata ospite della struttura Zaffiro di Lido di Fermo. Voglio ringraziare a nome mio e della mia famiglia tutto il personale che con spirito di sacrificio ed abnegazione gestisce e accudisce gli ospiti della struttura. Assunta, all’età di quasi 93 anni, dopo aver superato il secondo intervento al femore, accolta nella struttura per fare fisioterapia ed essere accudita, ora è quasi autonoma. Questo articolo nasce dal desiderio di condividere con i lettori questa esperienza e la vita di mia madre che non è finita grazie al dottor Federico Lamponi, primario di Ortopedia dell’ospedale “Murri” di Fermo e al suo staff, grazie alla Croce Verde di Fermo e agli operatori dello “Zaffiro”.
Chi è Assunta? Mia madre ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e agli affetti familiari, sempre illuminata dalla fede. Nasce il 4 dicembre 1929 a Fermo in una grande casa colonica (un ex Convento? C’era anche una Chiesa incorporata alla casa…). Un’infanzia povera ma ricca di affetti, da piccola faceva pascolare le pecore, portava da bere ai familiari che lavoravano nei campi con la “brocchetta” e trasportava acqua in casa dopo essere stata alla fonte che era vicino alla sua dimora. E quando c’era bisogno una “zappetta” l’aspettava… La vita di bimba raccontata da lei scorreva tranquilla con giochi all’aperto quando non aveva nessuna mansione da svolgere.
Nel 1952 Assunta, che era oramai una forte e robusta ragazza, molto intelligente che purtroppo dovette interrompere gli studi in terza elementare perché femmina, si sposa con Leonildo Eleuteri e dall’unione nasce Teresa (che oggi scrive, per conto anche della mamma, questa lettera). La bimba cresce, dimostrando un’ottima intelligenza. A quel punto sorge il problema di come mantenerla agli studi. Il lavoro nel campo a mezzadria, condiviso con la famiglia del fratello di Leonildo, Romeo, non basta. Assunta e il marito faranno un secondo lavoro: Assunta la lavandaia presso le case dei Signori, Leonildo il manovale. Mi ricordo ancora le gonne rattoppate sulle ginocchia. A quel tempo non c’era la lavatrice e i panni Assunta li lavava in ginocchio, presso le case dei signori, mettendoli nella vasca da bagno.
Le lenzuola dei signori Assunta le lavava a casa sua. Quanti fagotti in testa su e giù per la salita del Crocefisso fino alla piazza di Fermo. In piazza era a servizio presso i conti Vitali Rosati ed era la Donna di fiducia della Contessa che le voleva molto bene e grazie a lei imparò molte regole del galateo. Nel 1968 la famiglia di Assunta si trasferisce a casa del fratello di lei e sia lei che il marito faranno gli operai. Leonildo sempre il manovale e Assunta l’operaia calzaturiera alla Conca del Sole. Per ben 18 anni lavorerà in manovia. Nel 1975 quando Leonildo morirà per un tragico incidente sul lavoro sarà lei che provvederà a mantenere Teresa agli studi.
Assunta è stata per tanti anni la colonna portante della mia famiglia aiutandomi – scrive, appunto, la figlia – nella gestione ed è stata una nonna “speciale” per mia figlia Elisabetta. Oggi Assunta è bisnonna e riversa sui piccoli pronipoti tutto l’amore del mondo. Ora vive una seconda giovinezza grazie a tutti quelli che l’hanno aiutata in quest’ultimo e difficile percorso della sua vita».
Un ringraziamento a tutto il personale di Zaffiro.
Ufficio: Daniele Sturani, Chiara Corinaldesi
Oss: Daniela Cozzuto, Anisa Kurti, Sofia Seghetti, Milena Diomedi, Veronica Malaspina, Roberto Carlo Marsili, Tetyana Ursta, Ombretta Catalano, Federica Vallasciani, Angelo Bombara, Serena Ferroni, Carmen Giaccio, Olga Ursta, Roberto Ugolini
Coordinatore infermieristico: Riccardo Romitelli
Cuoco: Vincenzo Tortora
Animatrice: Giada Donati
Infermieri: Valentina Lomartire, Livia Coleasa, Valentina Borraccini
Assunta, operata al femore all’età di 93 anni, si diceva, ringrazia, con la figlia, i suoi fisioterapisti: «Ora dopo 4 mesi di riabilitazione cammina brevemente con il girello ascellare e sta in carrozzina. Grazie a Silvia Paccapelo, Silvia Ferretti e a Emanuele Zocchi. La fisioterapia è molto utile per riabilitarsi dopo un trauma e recuperare il massimo possibile. Siamo abituati a parlare di fisioterapia ma non tutti sappiamo cosa è di preciso o cosa fa il fisioterapista il quale cerca di restituire la funzionalità a parti lese del corpo per quello che è possibile, come nel caso di mia madre, dell’apparato locomotore. Grazie anche da parte della mia famiglia. Siete dei professionisti eccezionali, seguite i pazienti con affetto, rendendo più sopportabili i momenti difficili della vita.
Concludo questo mio scritto con una frase di Marcel Proust: “Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima”».
(spazio promoredazionale)
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