La Giunta Regionale approva le cinque delibere per gli atti di costituzione delle cinque Aziende Sanitarie Territoriali delle Marche: Ancona, Ascoli, Fermo, Macerata e Pesaro.
Soddisfatto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che sottolinea: «Siamo stati scelti per la nostra volontà di restituire una Sanità di prossimità che è mancata negli ultimi anni nella nostra regione, con l’obiettivo di ridurre liste di attesa e inefficienze».
Le Aziende avranno autonoma personalità giuridica e autonomia imprenditoriale, organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica.
Le cinque delibere individuano i presidii ospedalieri con le strutture sanitarie e socio-sanitarie, l’assetto territoriale delle AST e la distribuzione dei Comuni afferenti.
«Si valuti, a titolo di esempio – prosegue Saltamartini – che nella provincia di Pesaro-Urbino operano due enti del Servizio Sanitario: l’Area vasta 1 e Marche Nord, con la percentuale di mobilità passiva verso l’Emilia Romagna più alta delle Marche. La rivoluzione che sostituisce gli Ospedali Unici con quelli del territorio, procede grazie a questo passaggio a passi spediti».
Con una ulteriore Delibera di Giunta sono state nominate fino al 31 dicembre 2022, la dottoressa Nadia Storti, Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale (Asur), e la dottoressa Maria Capalbo Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord avendo entrambe il contratto in scadenza il 30 novembre 2022.
«Alla Storti viene anche conferito, come prevede la Legge di Riforma, il potere di nominare i sub commissari chiamati a trainare le Aree Vaste verso le Aziende Provinciali: il compito spetta ai cinque attuali direttori di Area Vasta».
Si tratta dunque di Romeo Magnoni per l’Av1, Nadia Storti per l’Av2, Daniela Corsi per l’Av3, Roberto Grinta per l’Av4 e Massimo Esposito per l’Av5.
«La Riforma ha un carattere epocale – conclude Saltamartini – le Marche erano l’unica regione in Italia con un’unica Azienda Sanitaria, con tutti i limiti e le inefficienze che la Riforma vuole correggere. Dopo il Covid è apparso a tutti chiaro che la politica di accentramento della sanità ha privato di servizi soprattutto le aree interne: il sovraffollamento dei pronto soccorso e le lunghe liste di attesa richiedono interventi organizzativi più vicini ai cittadini».
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