di Maria Nerina Galiè
Sanità pubblica in subbuglio, nelle Marche e nel Piceno, dove i sindacalisti non si arrendono alle disparità economiche che lamentano, rispetto ai colleghi del resto della regione, dove però il “lamento” è corale, come pure la richiesta di aprire i tavoli territoriali.
Richiesta che in Area Vasta 5, dove permane lo stato di agitazione del comparto, non è stata esaudita dopo le convocazioni annullate: il 9 novembre per il sisma ed il 22 novembre perché non c’era il numero sufficiente dei rappresentati dei lavoratori (alcune sigle avevano deciso di disertare).
PRECARI – Sul fronte del precariato, che in ambito regionale riguarda circa 400 persone (come è stato ricordato alla manifestazione di oggi nel capoluogo dorico), in Area Vasta 5 arrivano buone notizie: i contratti in scadenza al 31 dicembre saranno prorogati fino al 30 aprile 2023.
Lo annunciano i sindacalisti di Cgil (Viola Rossi), Cisl (Giorgio Cipollini) e Uil (Paolo Sabatini) che – nel precisare il persistere dello stati di agitazione – commentano: «Un primo risultato ottenuto grazie allo sforzo profuso, in risposta alle istanze avanzate dai lavoratori e dai territori, cui dovranno seguire ulteriori riscontri in merito alle risorse da destinare al personale dipendente».
Sono tante altre infatti le criticità che pesano sui lavoratori di Area Vasta 5 e tanti i nodi da sciogliere, alcuni dei quali stanno anche dividendo le organizzazioni sindacali, come gli Incarichi di funzione.
Si tratta di una trentina di figure professionali – tra coordinatori (ex caposala) e Posizioni Organizzative (un ruolo intermedio tra dirigenti e coordinatori) – che mancano nella Sanità picena.
La direzione di Area Vasta 5 ha presentato una proposta di organigramma ed è stata stabilita la data dei relativi concorsi per andare a ricoprire quei ruoli, da tutti i sindacalisti giudicati di fondamentale importanza.
Ma Nursing, Nursind Up e Usb non sono d’accordo sulle modalità.
E mancato il passaggio con i sindacati per la ripartizione del fondo – «c’è capienza?», si chiedono i segretari territoriali – e, soprattutto, sulla “fretta” di assegnare questi posti, proprio adesso che l’Asur, e quindi anche l’Area Vasta 5, sono alla fine. Il primo gennaio la Sanità pubblica territoriale sarà gestita in maniera autonoma con le Aziende Sanitarie Territoriali.
Insomma, il passaggio da Area Vasta e Ast non avverrà in un clima idilliaco.
IL PRESIDIO AD ANCONA – A manifestare sono state circa 150 persone che racchiudevano un’ampia e numerosa rappresentanza di tutte le realtà del servizio sanitario regionale.
Lavoratori, Rsu e sindacati chiedono dunque che «l’applicazione della riforma della Sanità marchigiana sia condivisa, territorio per territorio; che si dia priorità al personale; che si garantiscano le stabilizzazioni e si sviluppi un modello di relazioni sindacali che vedano costanti confronti con le rappresentanze dei lavoratori».
I lavoratori, «stremati da due anni di pandemia – fanno sapere Cgil, Cisl e Uil – chiedono risorse adeguate nei Fondi di Produttività, valorizzazione delle professionalità e piena applicazione dei contenuti del nuovo Ccnl.
Alla Regione si chiede pertanto l’immediata apertura di tavoli regionali e territoriali in grado di dare risposte alle legittime istanze dei lavoratori e disegnare la Sanità marchigiana del prossimo futuro, che deve vedere i lavoratori protagonisti e non può prescindere – concludono – da stabilizzazione degli oltre 400 precari in scadenza al 31 dicembre e dalla proroga delle graduatorie in essere».
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