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Iole Mazzone, l’attrice rivelazione racconta nonno Carlo: «Mi ha insegnato a seguire i sogni»

ASCOLI - La ventunenne, che si divide tra cinema e studi universitari, fa il punto sui suoi progetti. E racconta cosa c'è dietro "Come un padre", il docufilm incentrato sulla carriera dell'allenatore più amato, a cui ha preso parte dietro e davanti la macchina da presa: «Ho sempre pensato che la sua storia potesse essere da esempio anche per i più giovani. Ho scoperto lati del suo carattere che non conoscevo. Il momento più divertente? Quando Baggio ci ha raccontato della paura di nonno per i cani»
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Carlo Mazzone e la nipote Iole in un momento del docufilm (foto di Alessandro Cocci)

 

 

di Luca Capponi 

 

Nello scrivere su Iole Mazzone si potrebbe essere indecisi sul punto di partenza. La recente uscita del docufilm “Come un padre”, che narra le vicende sportive e umane del mitico nonno Carlo? O il suo percorso artistico, agli inizi ma già ricco, appassionato, carico di speranze per il futuro, che lei porta avanti parallelamente allo studio universitario?

Un primo piano di Iole

 

Chissà se Gigi Marzullo, di cui è spesso ospite televisiva, penserebbe ciò che pensiamo noi: “la risposta è già insita nella domanda”. Perché nel caso della ventunenne ascolana, come spesso accade, vita e carriera si fondono in un interessante unicum, di cui vale la pena scoprire di più. Non capita spesso, infatti, di trovarsi davanti a tanta dedizione per la settima arte. E non solo.

 

«Recitare mi fa vibrare il cuore -racconta Iole-. Quando ho messo per la prima volta il piede sul palco ho capito: era lì che volevo stare, è a quel luogo che volevo appartenere. Per me è una grandissima passione e vorrei renderla un lavoro, sono sicura che lo farei tutti i giorni e non mi stancherebbe mai, non mi immagino a fare qualcos’altro. Grazie anche agli insegnamenti di mio nonno penso che sia giusto seguire sogni e ambizioni».

 

Mantenendo però i piedi per terra. Pure nel caso i sogni restassero tali. Ecco perchè, nonostante una filmografia già interessante (dove spiccano “Eclissi”, in cui è co-protagonista assieme a Sandra Milo, “Ostaggi” con Gianmarco Tognazzi, Francesco Pannofino e Vanessa Incontrada) e la vittoria di premi importanti come quelli intitolati a Giuliano Gemma ed Anna Magnani, Iole continua a studiare, dividendosi tra Roma e Ascoli, dove frequenta la Scuola di Architettura e Design.

 

«Sono consapevole che anche se non riuscirò, recitare resterà comunque un mio grande amore».

 

Parole importanti se arrivano da una giovane. In barba a quei coetanei che se la credono solo per qualche comparsata. Iole, da par suo, ha fatto tutto da sola. Con umiltà. In famiglia, infatti, nessuno ha mai avuto a che fare con cinema o teatro. Col calcio magari sì (eufemismo), ma su nonno Carlo ci torneremo poi.

L’intervista con Baggio

 

«I miei genitori sono stati molto bravi a sostenermi -va avanti-. Non avendo alcun tipo di contatto mi sono semplicemente rimboccata le maniche cominciando a fare ricerche su ricerche per sostenere provini, molti dei quali sono andati male. Quei pochi che invece hanno avuto buon esito mi hanno permesso di affacciarmi su questo mondo, dove spero di rimanere per molto tempo».

 

Tra i film di Tim Burton e Steven Spielberg, musica e danza, “Il grande Gatsby” e “La La Land”, il temperamento empatico e sensibile di Iole la caratterizza sin da bambina. L’arte è parsa da subito il naturale sbocco del suo essere. Che in questo preciso momento storico la sta portando in giro per l’Italia a promuovere “Come un padre”, l’opera che Alessio Di Cosimo ha incentrato su Carlo Mazzone, il decano degli allenatori di calcio.

 

Un’ora e venti di interviste, immagini d’epoca ed emozioni in cui Iole, oltre ad aver collaborato alla sceneggiatura, fa da voce narrante, intervista gente come Roberto Baggio ed Enrico Nicolini e, sul finale, regala tenerezza insieme al nonno paterno, in uno stadio “Del Duca” deserto.

 

«Tutto nasce da un’idea che abbiamo avuto principalmente io e mio padre Massimo -racconta l’attrice-. Da tempo ci divertivamo a scrivere stralci di sceneggiatura per un cortometraggio sulla vita di nonno, ho sempre pensato che la sua storia potesse essere di grande esempio anche per i più giovani. Un uomo che spinto da una grandissima passione è riuscito a diventare una delle figure più amate non solo nel mondo calcistico».

Qui coi gemelli Filippini, ex Brescia, anche loro tra i protagonisti del docufilm

 

«Quando ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema proponevo l’idea -continua Iole-. L’incontro decisivo è stato però quello con Alessio Di Cosimo, che abbiamo conosciuto proprio durante un provino ad Ascoli. Gli abbiamo raccontato alcuni aneddoti su mio nonno e quasi come un segno del destino ci siamo trovati subito, Alessio è stato colui che ha sempre creduto nel progetto. Proprio da lì nasce un “Come un padre”. Il titolo è stato la prima cosa che è venuta fuori, non è mai stato cambiato perché è esplicativo di quello che rappresenta Carlo Mazzone per tutti».

 

Come un padre“, che sin dal giorno dell’uscita, lo scorso 2 novembre, veleggia tra i più visti sulla piattaforma Prime Video, racconta il Sor Magara attraverso le parole di coloro i quali hanno vissuto con lui momenti di una carriera lunghissima, iniziata alla fine degli anni ’70 sulla panchina dell’Ascoli e terminata a Livorno nel 2006. Da Baggio, appunto, a Guardiola, Totti, Ranieri e Materazzi.

 

«Ho scoperto tantissime cose di mio nonno che non conoscevo -rivela la giovane-. Ho avuto un po’ fortuna e sfortuna allo stesso tempo, perché quando ha smesso di allenare avevo 5 anni. Di conseguenza ho avuto l’onore di vivere Carlo Mazzone come nonno a tempo pieno vedendolo tutti i giorni, sono cresciuta con lui a fianco. Però non ho vissuto il Mazzone allenatore. Adesso mi sto davvero rendendo conto di cosa ha rappresentato per il calcio. Ecco perché nel film interpreto me stessa, la nipote che che scopre il proprio nonno e che chiude un po’ il cerchio sulla storia di quest’uomo».

 

«A stupirmi in positivo è stato il grandissimo affetto nutrito verso di lui, credo che sia dovuto al fatto che è sempre stato onesto sincero ed ha sempre agito con umanità, senza mai piegarsi ad altre situazioni -prosegue Iole-. Il calcio negli anni è diventato un ambiente-business, nonno invece è stato sempre spinto dall’amore e dalla passione verso questo sport ed è questo ciò che l’ha contraddistinto e che probabilmente ha definito la chiave del suo successo. In primis, Baggio ha riservato delle parole splendide che non mi sarei mai aspettata, perché era veramente mosso da una profonda emozione. Mi sono sentita onorata di essere presente alla sua intervista e di poter ascoltare quello che aveva da dire. Hanno avuto un rapporto splendido che entrambi portano ancora nel cuore e sentire quanto amore li lega è veramente qualcosa di prezioso che va conservato».

 

«Baggio è una persona di spessore e tutta la nostra famiglia gli vuole davvero molto bene, così come vuole bene a Totti, che ad ogni compleanno di nonno non fa mai mancare un presente, un altro aspetto che sottolinea la grande e profonda stima che c’è tra loro -ricorda-. Nonno è stato veramente una grande persona e per me è un grandissimo esempio».

 

«Di chi è quel cane???»

«Mister, è di Baggio»

«Ah, allora che aspettate, dategli un biscotto!»

 

Ce la immaginiamo così quella scena al campo d’allenamento, con la voce urlante di Mazzone a puntellare qualcosa in bilico tra il surreale e l’esilarante. Erano i tempi del Brescia dei miracoli, tra il 2000 e il 2003. Baggio, ancora lui. E una paura dei quattro zampe che…può attendere. Mentre le corse sfrenate no, non possono aspettare. Soprattutto dopo un 3-3 acciuffato all’ultimo secondo nel derby più sentito.

La mitica corsa di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta

 

«Quando allenava, in partita, aveva tutt’altro carattere, tosto, agguerrito, con il pelo sullo stomaco, ma in casa non era assolutamente così -rivela Iole-. Credo fosse legato anche al fatto che ero molto piccola, quindi usciva di più il suo lato amorevole, saggio, è sempre stato dolcissimo. Ogni volta che si parlava della sua famiglia e della sua carriera si commuoveva e lo fa ancora di più adesso che è anche bisnonno. Trattiene molto meno le emozioni rispetto a quando era allenatore, quindi vedere soprattutto le sue interviste, il suo modo di parlare e di porsi nei confronti dei giornalisti, dei possibili scontri in atto, mi ha sempre colpito. Non che avessi considerazione di nonno come una persona solo dolce e sensibile, però vedere che riusciva a tirare fuori questo lato forte del suo carattere, in un ambiente del genere, mi ha sempre suscitato ammirazione».

 

«Soprattutto, però, non mi aspettavo la sua paura dei cani, perché in realtà a casa Mazzone c’erano due pastori tedeschi -racconta sorridendo-. Poi mi sono andata ad informare ed effettivamente all’inizio ne aveva timore, anche se in realtà quei cagnoloni erano buonissimi, quindi l’episodio del cane di Baggio ci ha fatto troppo ridere. Anche il fatto che la sua corsa emblematica sotto la curva in Brescia-Atalanta sia diventata poi un meme tra i più utilizzati sui social mi fa veramente sorridere, vedere tuo nonno così è qualcosa di veramente tanto divertente».

 

Carletto Mazzone, il docufilm “Come una padre” è tra i più visti su Prime

 

 


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