di Leonardo Nevischi
(foto e video Simone Corazza)
Questa mattina, nella cornice del Teatro dell’Aquila di Fermo, è andata in scena la prima assemblea generale della nuova Confindustria Fermo, dopo la ritrovata autonomia.
Un momento di riflessione e confronto che si è consumato in quattro atti. Dopo i saluti iniziali del sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, del neo Prefetto Michele Rocchegiani, del Presidente Confindustria Marche Roberto Cardinali e di quello provinciale Fabrizio Luciani, si è tenuta una tavola rotonda sul tema del “Caro lavoro – Il capitale umano come valore sostenibile”.
Moderati dalla giornalista del Tg1 Rai, Barbara Capponi, sono intervenuti il presidente delle Marche Francesco Acquaroli, il sottosegretario al Ministero delle imprese e Made in Italy Massimo Bitonci, il sottosegretario MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) Lucia Albano, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini ed il direttore generale Confidi Uni.Co Marche Paolo Mariani. Infine, a chiudere il sipario ci ha pensato il numero uno di Confindustria Nazionale, Carlo Bonomi, giunto per la prima volta sotto il Girfalco.
«Fermo è una realtà di soli 36.000 abitanti, ma stando a contatto con la comunità si ha l’impressione che se non si interviene sul cuneo fiscale fare bonus energia non serve a nulla. Serve una misura stabile per rimettere liquidità. Oggi c’è paura di spendere e se non si spende si blocca la produzione – ha esordito il sindaco Calcinaro, che poi lancia un messaggio -. Non si può fare impresa senza infrastrutture. I nostri imprenditori meritano un migliore collegamento con il resto del mondo. Qualcosa si sta muovendo, vedo che c’è impegno da parte della Regione sul ridimensionamento di questo gap storico che coinvolge la nostra provincia, ma chiedo di essere convergenti e uniti perché qui ne va del futuro di questo territorio».
Poi la parentesi sul Pnrr: «Ci troviamo a poter investire 70 milioni di euro, ma portare ricchezza nelle imprese è diventata un’altra “impresa”. Serve un lavoro importante sul codice degli appalti pubblici: con tale livello di burocrazia non riusciamo ad essere competitivi. E su questo spero che il governo abbia il coraggio di cambiare».
A fare eco al primo cittadino di Fermo sono stati il neo Prefetto Rocchegiani che ha puntato il focus sul capitale umano «in un territorio dove la formazione artigiana, l’inventiva e la competenza hanno svolto un ruolo fondamentale per l’accrescimento, ora la nuova sfida consiste nel superare la crisi» ed il presidente Confindustria Marche, Roberto Cardinali, che ha messo in evidenza alcuni dati: «L’Italia è il fanalino di coda dell’Europa per quanto riguarda la formazione: abbiamo 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet) e abbiamo un tasso di laureati tra i più bassi del continente ed un minore su quattro è a rischio di abbandono a causa della didattica a distanza.
Nelle Marche, in particolare, si avverte il problema della mancanza di risorse con competenze adeguate per l’inserimento nel mondo del lavoro (il tema del miss matching delle competenze). Tra novembre 2022 e gennaio 2023, il 16,1% delle aziende marchigiane prevede di assumere 30mila nuovi addetti, 2700 nel Fermano. Ma c’è un dato preoccupante: il 49,5% di queste figure saranno di difficile reperimento.
I giovani trovano sempre meno attrattivo il mondo dell’impresa e questo deve farci accendere un campanello d’allarme». La ricetta di Cardinali è dunque quella di avvicinare i giovani alla cultura dell’impresa, perché le aziende hanno fame di talento ma per far venire fuori quello dei giovani c’è bisogno di maggiore apertura. Per questo il presidente di Confindustria provinciale Fabrizio Luciani ha chiesto «maggiore sinergia tra scuola e imprese».
Nel suo intervento ha esposto una relazione completa dei punti centrali della valorizzazione del capitale umano, facendo un’analisi dettagliata dei dati del territorio che sembrano indicare una ripresa dopo anni difficili: «Numeri positivi per l’export, che testimoniano come questo territorio contribuisca fortemente ad essere riconosciuto come eccellenza internazionale attrattiva e competitiva».
Poi Luciani si è fatto portavoce della «richiesta dagli imprenditori alla politica di essere intesi come interlocutori in tavoli di confronto ed essere ascoltati al fine di garantire la prosperità del sistema paese». Infine la promessa: «La mia Confindustria sarà un’associazione rivolta a tutti quelli che credono nel futuro. Mi metto in gioco spinto dal senso responsabilità e mi pongo l’obiettivo di far crescere le imprese associate, lavorerò con energia per questo».
Poi, dopo la simpatica parentesi del digital guru Piero Massimo Macchini, che con una carica di verve e ironia ha intrattenuto i presenti con lo spettacolo “Marche-ting”, è stata la volta della tavola rotonda che ha visto protagonisti due sottosegretari del Governo Meloni: l’onorevole Lucia Albano, sottosegretaria al Mef, e l’onorevole Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
I due politici si sono confrontati con il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, il presidente della Camera di Commercio Gino Sabatini e il presidente del Confidi Uni.Co, Paolo Mariani e, vittime delle incalzanti domande della Capponi, hanno approfondito alcuni aspetti della manovra di bilancio, soprattutto in materia fiscale: «L’obiettivo di questa manovra è mettere in sicurezza il tessuto produttivo: su 35 miliardi totali, 21 miliardi vengono destinati proprio a questo proposito – ha sottolineato la Albano -. L’altro fine è tutelare le categorie più fragili: per aumentare i soldi in busta paga si è scelto di tagliare il cuneo fiscale stanziando 4 miliardi ma guardiamo ad un taglio di almeno 5 punti da raggiungere nel corso della legislatura. Abbiamo varato una nuova tregua fiscale, un ampliamento della platea della flat tax e la flat tax incrementale.
L’intento del governo è attuare una vera e propria rivoluzione copernicana in materia fiscale: abbandonare logiche vessatorie per instaurare un clima collaborativo tra amministrazione finanziaria e imprese; la compliance fisco-contribuente in particolare ne è un esempio».
«Bonomi ha criticato giustamente la manovra di Bilancio, ma è un inizio – ha aggiunto Bitonci -. Un lavoratore che prende i famosi mille euro, all’azienda ne costa 2200. Il costo aziendale è una cosa, quello che resta in tasca al lavoratore è un importo inferiore e per questo dobbiamo riallineare le basi contributive e il sistema fiscale. un ulteriore step che farà questo governo sarà la cancellazione dell’Irap o la sua trasformazione in una addizionale in modo che la base imponibile sia la stessa, ovviamente con un taglio importante per quanto riguarda le imprese».
Ad Acquaroli, invece, è toccato dare delucidazioni sulla Zona Economica Speciale. «La Zes non è qualcosa di definito e quindi bisogna capire dove investire per creare più occupazione. Poi c’è un margine di scelta politica e credo che debba essere frutto di una scelta condivisa con le associazioni di categoria e la Camera di Commercio perché è un’opportunità una tantum che non va usata in maniera propagandistica.
Questo è un territorio che ha sofferto (sisma del 2016, carenza di infrastrutture, crisi di un importante istituto bancario, alluvione dello scorso settembre) pertanto cercheremo di portare a termine quanto prima il discorso con il ministero».
E segnali importanti arrivano anche sulla questione aeroporto: «C’è una novità sostanziosa – ha detto Acquaroli -, ovvero il riconoscimento della continuità territoriale per l’aeroporto delle Marche e quello del Friuli Venezia Giulia. Se l’iter burocratico troverà la conferma delle risorse da parte del Governo e la validazione dell’Unione Europea, porterà dei bandi dove il cittadino marchigiano potranno accedere su rotte speciali verso Milano, Roma e forse Napoli a prezzi agevolati».
L’obiettivo comune è quello di supportare la crescita del tessuto produttivo del territorio fermano ed anche la Camera di Commercio delle Marche ci metterà del suo. «A giugno avremo nella nostra regione l’assemblea internazionale di Assocamerestero, frutto di un forte collegamento con l’Atim (Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche) e la Svem (Sviluppo Europa Marche) guidata dal fermano Andrea Santori – ha illustrato Sabatini -. Questo garantirà politiche di internazionalizzazione».
Un altro tema dibattuto è stata la formazione e la richiesta di manodopera specializzata da parte delle imprese. «È necessario combattere la disoccupazione giovanile investendo di più sulla formazione tecnica, che rappresenta il legame tra scuola e imprese. Una proposta è quella di istituire il liceo del Made In Italy, con una formazione in grado di coniugare la cultura classica con quella economica. Altro obiettivo deve essere avvicinare la componente femminile alle cosiddette materie Stem».
Infine un commento anche sul Reddito di Cittadinanza: «Questa misura aveva come obiettivo quello di non lasciare le persone indietro, invece io penso che le abbia lasciate ferme. Il nostro governo ha scelto di effettuare una revisione importante di quello che deve essere definito un sussidio e non un reddito, mirando ad una formazione più efficiente che sfrutti al meglio anche il Fondo Sociale Europeo».
Una mattinata intensa aperta agli stakeholder, agli associati e ad alcune classi quinte degli istituti fermani. Ed è a tutti loro che si è rivolta la chiusura affidata a Carlo Bonomi. Il presidente ha iniziato col valutare la legge di bilancio: «Positivo aver messo buona parte delle risorse della manovra sul caro energia, che è passata dagli 8 miliardi del 2019 ai 110 miliardi di quest’anno. Questa è l’immagine dello shock energetico che le nostre imprese hanno dovuto sostenere».
Non è mancata però la stilettata sul cuneo fiscale: «Bisognava intervenire per mettere i soldi in tasca agli italiani. Avevamo proposto un taglio di 16 miliardi sotto un reddito di 35 mila euro (due terzi a favore dei dipendenti e il restante a beneficio delle imprese) e riconfigurando la spesa pubblica le risorse si sarebbero potute trovare».
Non solo, Bonomi ha menzionato anche il bonus di 5500 euro parlamentari per tablet e pc. «Se servono a loro come strumenti di lavoro, non capisco perché per gli imprenditori l’Iva sia indeducibile e indetraibile. Il rapporto stato-contribuente dovrebbe venire in contro anche qui». Poi passa a giudicare «folle la burocrazia italiana, che necessita di uno snellimento delle procedure» rifacendosi alle parole iniziali del sindaco Calcinaro. Sul lavoro: «La miglior forma della distribuzione di ricchezza è creare posti di lavoro: metteteci nelle condizioni di farlo».
FOTOGALLERY
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati