di Salvatore Mastropietro
L’Italia non è stata tra le protagoniste del Mondiale per la seconda edizione di fila, ma gli appassionati di calcio hanno potuto assistere oggi, domenica 18 dicembre, ad uno spettacolo che rimarrà nella storia.
Dopo 36 anni di digiuno l’Argentina è tornata a festeggiare con la vittoria della sua terza Coppa del Mondo. La vittoria ai calci di rigore dopo il 2-2 nei tempi regolamentari ed il 3-3 nei supplementari ha permesso all’albiceleste di battere la Francia in Qatar e permettere ad uno dei più forti calciatori della storia del calcio – Lionel Messi, protagonista assieme all’altro numero dieci Kylian Mbappé (autore di una tripletta per i transalpini) – di entrare nella leggenda anche con la conquista del più prestigioso trofeo del mondo del calcio.
Nel successo argentino c’è anche un pizzico di Piceno. Il commissario tecnico Lionel Scaloni, passato in Italia da calciatore con le maglie di Lazio e Atalanta, ha infatti origini ascolane. Questo grazie alla provenienza dei suoi nonni, che proprio dalla zona di Ascoli emigrarono nel secolo scorso – come altre centinaia di migliaia di italiani – verso il paese sudamericano.
Scaloni, nato nella magica e suggestiva (calcisticamente parlando) Rosario, ha per questo motivo il doppio passaporto. Anche lui si appresta a diventare eroe nazionale: ha avuto il merito di ricompattare un ambiente ferito dopo diverse finali perse e nel giro di tre anni ha creato un gruppo capace di trionfare a livello continentale (Copa America 2021) e mondiale (Coppa del Mondo 2022).
Tra la nazione del “Sol de Mayo” ed il territorio della provincia di Ascoli (e delle Marche più in generale) c’è un legame molto stretto. In Argentina, secondo un censimento effettuato nei primi anni Duemila, è presente la più grande comunità di marchigiani all’estero: nel 2005 risultavano essere ben 1.500.000 i marchigiani con discendenza fino alla terza generazione.
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