Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e attuale presidente del consiglio di Stato, è morto ieri sera. Aveva 65 anni. Parlamentare, esponente di Forza Italia e del Popolo della Libertà, con Silvio Berlusconi presidente del consiglio Frattini è stato per due volte ministro degli Esteri ma anche vicepresidente della Commissione Europea e Commissario per la Giustizia.
«Di lui – ha scritto Berlusconi in un post sui social – ricorderò sempre la grande capacità di affrontare col sorriso problemi complessi, di trovarsi a suo agio in ogni ruolo e la stima che ha seminato».
Molti i messaggi di cordoglio, da ogni parte politica. A ricordarlo nelle Marche è Filippo Saltamartini (Lega), vicepresidente della Regione e assessore alla sanità, ex sindaco di Cingoli e parlamentare del Pdl dal 2008 al 2013.
«E’ scomparso un grande personaggio della vita istituzionale e politica italiana. Da ultimo rivestiva la carica di Presidente del Consiglio di Stato. Era un grade sciatore. Lo conobbi a Moena nel 1983 – scrive Saltamartini – poi laureatosi in tre anni con lode, aveva vinto il concorso per procuratore dello Stato e poi Consigliere di Stato per concorso. Carlo Gessa presidente della V Sezione, prematuramente scomparso, qualche anno dopo, mi disse che era il più intelligente tra i Consiglieri di Stato. L’ho ritrovato lavorando con lui da parti opposte, qualche anno dopo, come Ministro della Funzione pubblica e Ministro degli Esteri.
Si deve a lui la riparametrazione dei trattamenti delle forze di polizia e militari del 2005-2006 con 1,690 milioni di euro tra parametri e contratto – ricorda Filippo Saltamartini, che è stato vice questore aggiunto della Polizia di Stato – si deve pure a lui la legge sui gruppi sportivi delle forze di polizia (tutti campioni olimpici appartengono a questi gruppi sportivi). Pensiamo solo da ultimo a Marcell Jacobs. Sempre per merito suo tutte le leggi sui trattamenti delle vittime della criminalità e del terrorismo. Dal punto di vista politico non gli hanno mai perdonato la sua appartenenza alla Giurisdizione. Lui era fedele alla Costituzione e al giuramento prestato. Sono convinto che lo porteremo come esempio per il bene della nostra nazione. Non esitò a dire in mia presenza a un Ministro dell’Interno e al presidente del Consiglio che non accettava il trattamento riservato in una legge finanziaria alle forze di polizia, pochi mesi dopo la strage di Nassirya. Frattini era anche questo: un uomo coraggioso nell’interesse pubblico. In questi ultimi giorni – conclude l’assessore marchigiano – aveva lavorato per la riforma del codice degli appalti. Sono molto commosso, per aver perso un amico così grande e certamente un uomo giusto».
(redazione CM)
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