di Giuseppe Di Marco
E’ una strada tutta in salita, quella che si para davanti ai Comuni che vogliono qualificare la Picenambiente società a controllo pubblico. Il dibattito, che ha avuto luogo giovedì 22 dicembre nell’auditorium comunale, ha registrato una bassissima affluenza. E la partecipazione, per un tavolo del genere, rappresenta il principio cardine.
Dei 30 Comuni soci, infatti, si sono presentate solo 4 delegazioni: quella di Cupra Marittima, Monsampolo, Monteprandone e Comunanza per la Comunità Montana del Tronto. E da una discussione che si trova ancora allo stadio embrionale è emerso che i cosiddetti “patti parasociali” fra gli enti pubblici sarebbero l’unica strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo comune. Si tratterebbe quindi di sottoscrivere delle stipule particolari, che certificherebbero il ruolo predominante del pacchetto pubblico (50,41%) su quello privato all’interno del partenariato.
Non tutti però sarebbero d’accordo. Nelle amministrazioni di alcuni Comuni piccoli, infatti, si sarebbe fatta strada l’idea di rinviare ogni discussione al giorno in cui si dovrà procedere ad un nuovo affido del servizio di gestione dei rifiuti. Il dibattito, in tal senso, verebbe procrastinato al 2028, quando cioè il contratto di servizio con Picenambiente sarà scaduto. L’Amministrazione di Viale De Gasperi, tuttavia, non avrebbe intenzione di considerare questa alternativa. In primis perché se l’argomento non venisse trattato a tempo debito, si arriverebbe ad un nuovo affido senza i presupposti per assicurare il controllo pubblico sulla partecipata affidataria. In secondo luogo perché, secondo i tecnici di Viale De Gasperi, la stipula di patti parasociali sarebbe un passaggio necessario per evitare rilievi da parte della Corte dei Conti.
Nonostante l’insuccesso, Spazzafumo ha intenzione di riprovarci, e dalle prossime volte incontrerà singolarmente ogni amministrazione per concertare le azioni da intraprendere. Per ora, però, rimangono non poche perplessità sulla scarsa partecipazione all’incontro. «Non capisco come sia potuto succedere – afferma il primo cittadino – se non discutiamo di un argomento così, come speriamo di fare squadra a livello territoriale?»
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