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«Senza l’Aied, l’applicazione della 194 diventa un percorso a ostacoli in tutta la regione»

ASCOLI - Continua ad infiammare il dibattito la revoca della convenzione tra la sezione locale dell'Associazione italiana per l’educazione demografica e la Sanità pubblica. Scende in capo anche Marica Cataldi,  vice segretaria provinciale del Pd
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Nel riquadro, Marica Cataldi

 

La revoca della convenzione con la sezione ascolana dell’Aied, da parte dei vertici della Sanità picena, sta continuando ad infiammare il dibattito.

 

La raccomandata che poneva fine al rapporto attivo dal 1981 tra il Servizio pubblico e l’Associazione italiana per l’educazione demografica, per l’interruzione volontaria di gravidanza, è arrivata a cavallo del passaggio tra Area Vasta 5 (la firma era del sub commissario Massimo Esposito) e Ast (ora alla guida c’è la commissaria Vania Carignani).

 

Un duro colpo per nulla celato dalla presidente Aied di Ascoli, Tiziana Antonucci, la presa di posizione della consigliera regionale del Partito Democratico Anna Casini, l’immediata rassicurazione di Area Vasta 5 (datata 31 dicembre, appunto) che il servizio sarebbe stato garantito dai medici ospedalieri (leggi qui).

 

Sono state proprio le parole di Area Vasta 5 a non convincere Marica Cataldi, vice segretaria provinciale del Pd: «Le affermazioni fatte dall’Area Vasta 5 non tengono conto del servizio che l’Aied svolgeva, e svolge, per tutte le donne, consentendo oggi di ampliare e rafforzare la presa in carico fornita dal Servizio sanitario regionale che in questi anni è stata carente.

 

Di fatto – continua la Cataldi – con questa scelta, mascherata da ragioni economiche che sarà necessario verificare, viene limitato il diritto di ricorrere a quanto previsto dalla legge 194.

Viene cioè limitata la possibilità di consentire alla donna, nei casi previsti dalla legge, di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza).

Sento il dovere di denunciare le scelte scellerate che la regione Marche sta facendo in merito ai diritti delle donne». 

 

«Mi chiedo e chiedo alla comunità – è la domanda della vicesegretaria dem –cosa ne sarà di quelle donne, anche non marchigiane, che non trovando assistenza si rivolgevano all’Aied di Ascoli? Cosa ne sarà di quelle donne che vengono respinte da alcune Ast? L’Aied per 42 anni ha assicurato un servizio eccellente con dei percorsi psicologici dedicati e con ineccepibile velocità di risposta alla richiesta perché sappiamo bene che i tempi, in questi casi, sono molto importanti».

 

«La disdetta della storica convenzione con l’Aied per la 194” – sottolinea Cataldi – è solo un sottile gesto che conferma la linea di governo del centro destra.

Intralciare le donne rendendo difficoltosa l’applicazione della 194 equivale ad affermare che il suo corpo non le appartiene e una politica che non tutela tutti i corpi, i desideri e le soggettività non tutela nessuno.

L’aborto è un diritto che deve essere riconosciuto e applicato. Non può e non deve essere vissuto come un senso di colpa indotto.

In questo modo, la 194 non è un diritto ma un percorso a ostacoli» 


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