di Maria Nerina Galiè
Problemi con il Cup Marche, appuntamenti – per le visite ambulatoriali e diagnostiche – difficili da prendere nei tempi riportati sulla prescrizione e, alla fine, necessità di rivolgersi ai privati, pagando: questa la denuncia di un nostro lettore.
La risposta di Ast Ascoli non si è fatta attendere, come nemmeno la rassicurazione sulle aspettative degli utenti in merito al problema che affligge la Sanità picena e regionale da troppo tempo ormai.
«Tra le finalità della nuova organizzazione regionale – si legge nella nota dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli – è garantire un governo dei processi più vicini al cittadino, attraverso un monitoraggio della domanda e adeguando l’offerta, al fine di consentire l’accesso alle prestazioni in una struttura più prossima all’utente.
Anche l’appena istituita Ast di Ascoli sta lavorando in questa direzione e porrà all’ordine del giorno del primo Collegio di direzione proprio la definizione del proprio piano operativo in materia di liste di attesa».
Poi, i nuovi vertici della Sanità picena entrano nel merito della segnalazione del lettore di Cronache Picene (non anonimo, è bene ricordarlo) che riferisce di una telefonata del 3 gennaio: «Siamo stati tanto tempo al telefono con il call center, scalando 50 posizioni solo per prendere la linea. Arrivati alla seconda posizione, la telefonata si è interrotta. A liquidarci, un messaggio: “le linee sono occupate, lasciate un numero di telefono e sarete richiamati”.
Ast riferisce che «in quella data il sistema ha gestito oltre 6.800 chiamate con un tempo di risposta medio di 4 minuti.
Proprio per garantire il contatto dell’utente nei momenti di sovraccarico è stato prevista la possibilità di chiedere di essere richiamati lasciando il proprio numero, opzione che l’utente non ha utilizzato: la richiamata viene garantita entro 12 ore e non risultano richieste di richiamata rimaste pendenti.
Questa modifica è stata una tra le prime richieste al sistema nel corso delle verifiche dell’assessorato sul funzionamento del sistema».
Il cittadino in questione, infatti, non ha atteso di essere richiamato ma ha insistito con il Cup, diverse volte, fino a riuscire a prendere l’appuntamento.
Ast tiene a fare delle precisazioni anche sul tentativo di prenotare una Tac urgente e la prestazione dell’holter: «Su questi argomenti, si ricorda che il percorso delle urgenze, proprio in ragione della presa in carico del paziente, non viene gestito tramite il Cup, ma con il contatto diretto tra il medico prescrittore e le strutture che hanno un numero interno dedicato.
La prestazione dell’holter, che può far riferimento a due tipologie di prestazione, non ha caratteri di urgenza ed è prenotabile tramite il canale del Cup».
I responsabili dell’ex Area Vasta 5, infine, confermano quanto riportato nell’articolo di Cronache Picene, in merito al Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa, in ragione della delibera 490 del maggio scorso: «Rispetto all’attuazione della Dgr 490/22 è certamente presente un problema di adesione dei professionisti ma i dati riportati documentano come anche nella Ast di Ascoli si sia data attuazione al piano potenziando l’offerta di prestazioni grazie a queste risorse aggiuntive messe a disposizione dal Piano regionale».
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