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Il “Mazzoni” brinda a 7 nuovi nati nel 2023, Di Camillo: «Trend in crescita, il reparto merita attenzione investimenti»

ASCOLI - Azzurra, la prima bimba dell'anno, è nata alle ore 21,21 del 2 gennaio. Il primario facente funzione tira le somme del 2022 ed anticipa  progetti e aspettative per l'anno appena iniziato, caratterizzato dal rinnovamento della Sanità picena
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di Maria Nerina Galiè

 

Si è fatto attendere ma è arrivato il primo nato del 2023 all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. E’ una bimba nata alle ore 21,21 del secondo giorno dell’anno. Si chiama Azzurra ed ha avuto… compagnia in poco tempo. Sono 7 infatti, ad oggi i piccoli venuti al mondo nel reparto Ostetricia e Ginecologia del capoluogo piceno, guidato dal dottor Giampiero Di Camillo.

 

L’occasione, con il primario facente funzione, è di tirare le somme del 2022 ed anticipare progetti e aspettative per il nuovo anno, caratterizzato dal rinnovamento della Sanità picena che da Area Vasta 5, dipendente dall’Asur Marche in tutto e per tutto, ora è diventata Azienda Sanitaria Territoriale, autonoma, con tutto quello che ne consegue.

 

«Numeri alla mano, ci sono tutti i presupposti per guardare al futuro con fiducia – afferma il primario facente funzioni – ma è anche necessario lavorare in tal senso, puntando sugli investimenti».

 

Nel 2022 al “Mazzoni” sono nati 523 bambini, registrando un aumento rispetto al 2021, quando sono stati 516.

 

«Basta giocare di rimessa – sostiene con fermezza il dottor Di Camillo –  Ostetricia e Ginecologia sono un punto di riferimento per il circondario, per altre province e per il vicino Abruzzo. Sappiamo bene quanto sia importante la mobilità attiva, soprattutto adesso che l’Ast deve “camminare con le proprie gambe”, economicamente parlando».

 

Ma per centrare gli obiettivi bisogna portare avanti progetti, alcuni dei quali iniziati lo scorso anno, «nel corso del quale, però, abbiamo avuto tre cambi al vertice, con la conseguenza che discorsi avviati hanno subito dei rallentamenti. Non dimentichiamo poi gli effetti della pandemia, che ha impantanato tutto».

 

Una di queste è la “Casa del parto” un’idea che frulla nella testa – e non solo perché l’aveva proposta al direttore di Area Vasta 5 Cesare Milani, prima del Covid.

 

Cioè una stanza arredata nel modo più simile possibile ad una camera casalinga, dove la coppia poteva “vivere” il parto come a casa, pur rimanendo all’interno dell’ospedale.

 

«Altri progetti fortunatamente – continua il primario – sono andati in porto, come l’acquisizione del laser endoscopico, che ci permetterà di eseguire laparoscopie isteroscopiche ed intervenire in modo efficace ed innovativo su tante altre problematiche come l’endometriosi. Lo strumento è arrivato pochi mesi fa, adesso abbiamo anche attrezzato la stanza per gli interventi ambulatoriali».

 

Tra le cose da fare, per il dottor Di Camillo, «una sala parto all’avanguardia ed il parto in analgesia. Per questo abbiamo tutta la collaborazione del primario di Anestesia e Rianimazione, la dottoressa Ida Di Giacinto.

 

Sempre con il supporto degli anestesisti, abbiamo anche recuperato lo spazio per l’interruzione volontaria di gravidanza».

 

Tra gli ultimi atti dell’Area Vasta 5 c’è stata infatti la disdetta della convenzione con l’Aied. Di Camillo: «Aveva senso quando tutti i medici erano obiettori di coscienza. Ora ne abbiamo 4 che non lo sono. Perché quindi mantenere la convenzione?»

 

Insomma, ci sono tutti i presupposti per fare crescere ed innovare il reparto di di Ostetricia e Ginecologia di Ascoli per il direttore facente funzione, che sottolinea: «Tra le prime cose da fare, il concorso per il primariato ed un nuovo medico, per coprire il posto rimasto vacante dal trasferimento di un collega.

 

Siamo di fronte a scelte che abbiano una visione di lungo periodo, ma per questo serve una condivisione di responsabilità».


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